Juric come Mou: la ‘mentalità’ e le sfuriate | I tifosi della Roma, dopo l’Europa, sanno la verità
Il tecnico croato cambia marcia e i risultati si vedono subito: i tifosi giallorossi hanno trovato un nuovo trascinatore.
Dottor Ivan e Mister Juric. Il capolavoro letterario di Robert Louis Stevenson ci viene in soccorso per analizzare i primi 40 giorni vissuti dal tecnico croato sulla panchina della Roma. Una centrifuga di emozioni e di dichiarazioni, tra contraddizioni forse solo apparenti.
Investito della missione fallita da Daniele De Rossi e in precedenza da altri illustri colleghi come Paulo Fonseca e José Mourinho, quella di riportare la squadra in Champions League, l’ex allenatore del Torino ha visto la propria squadra produrre prestazioni convincenti ed altre deludenti. Un’altalena, la stessa della quale il tecnico è stato protagonista sul piano mediatico.
Ecco allora spiegata la citazione di cui sopra. Pochi giorni dopo l’intervista al Corriere dello Sport, nella quale l’allenatore aveva raccontato la propria emozione per la nuova avventura incensando rosa, società ed ambiente, lo scenario è infatti cambiato radicalmente. E senza spiegazioni apparenti.
Alla vigilia del match-chiave in Europa League contro la Dinamo Kiev si è infatti visto uno Juric opposto a quello conciliante di poche ore prima, in verità piuttosto lontano anche dal temperamento al quale l’allenatore aveva abituato nella prima parte di carriera, da Crotone a Torino. “Attaccarsi alle scuse è da deboli. Ci manca la mentalità vincente, dobbiamo cambiare registro” la frase cult della conferenza pre-coppa.
Svolta Roma: Juric cambia tutto, tifosi spiazzati
Due Juric agli antipodi in 72 ore, se è vero che anche la prestazione contro l’Inter era stata pubblicamente promossa dall’allenatore. Dove sta la verità? Forse in entrambe le versioni, dal momento che per un tecnico a secco di esperienze in top club può essere normale un approccio soft da modificare in corsa in assenza di risultati. Quel che è certo è che i tifosi della Roma hanno una preferenza ben chiara tra i due “gemelli”, peraltro suffragata dai risultati.
Pur non venendo mai contestato apertamente dall’Olimpico, Juric non era infatti ancora riuscito a entrare nel cuore della gens giallorossa. Non che fosse facile venendo dopo due mammasantissima, ma passare quasi inosservato agli occhi di una tifoseria abituata in tempi recenti a una comunicazione di ben altro tipo deve aver punto nell’orgoglio l’allenatore.
La Roma torna all’antico: la nuova era è già iniziata
Vero che Juric non ha il pedigree dei propri due predecessori, ma se l’accusa mossa dai tifosi alla squadra era ed è la mancanza di carattere è evidente come il pugno duro servisse più delle carezze e che mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità, non necessariamente per scimmiottare il pezzo forte di casa Mourinho, sia più efficace che indulgere. Per ottenere risultati e per farsi apprezzare da chi è sugli spalti.
La Roma vista contro la Dinamo non ha rubato l’occhio e la rivedibile consistenza degli ucraini consiglia di spostare in avanti il momento del verdetto definitivo, ma il fatto che 72 ore dopo la prestazione “tenera” contro l’Inter si sia vista una squadra quantomeno più volitiva e aggressiva e pure più concentrata in fase difensiva rende concreto il sospetto che mister Juric abbia avuto buon gioco nel toccare le corde del gruppo. I tifosi hanno sempre saputo quale fosse la strada giusta e ora possono iniziare ad apprezzare il Dottor Ivan, vedendo in filigrana nelle sue sfuriate sembianze da Special One.