Sì al VAR a CHIAMATA: Il Presidente del CONI dà il via alla riforma
Sette anni dopo il suo ingresso nel calcio la tecnologia non ha cancellato veleni e sospetti, ma ora si cambia ancora: ecco la nuova svolta.
Un weekend di ordinarie proteste. O se preferite, un ritorno all’antico, stile anni ‘80. A quando, in era pre-tecnologia, le lamentele di arbitri e dirigenti a fine partita erano la regola, antipasto di un menu pressoché fisso, all’insegna di trasmissioni tv di approfondimento durante le quali l’aspetto tecnico finiva in secondo piano.
Questo è stato quanto la Serie A ha “regalato” al ritorno dopo la sosta per le nazionali. Una nuova tornata di impegni internazionali, con le otto squadre italiane scese in campo con alterne fortune nelle tre competizioni europee, ha subito distolto l’attenzione, ma quanto accaduto durante l’ottava giornata di campionato ha lasciato il segno.
Episodi controversi, l’esegesi di proteste più o meno furiose e ore trascorse alla moviola per discutere le modalità dei contatti incriminati. Con l’aggiunta, rispetto al passato, dell’incredulità per il mancato intervento risolutivo del Var, i cui “vuoti” danno fiato agli immancabili sostenitori del “si stava meglio prima”.
Sette anni dopo il suo rivoluzionario ingresso nel calcio italiano, il tanto invocato supporto per gli arbitri non è riuscito nel miracolo, ovvero spegnere del tutto le polemiche e azzerare i sospetti. Nuovi inglesismi sono entrati nel vocabolario corrente, da silent check a on field review, abbiamo appreso nuovi acronimi, da DOGSO a SPA; ma di soluzione definitiva nessuna traccia. Ora, però, l’attesa è finita.
Polemiche da Var: il calcio guarda altrove, trovata la soluzione
A dispetto del pessimismo di chi è a favore della tecnologia” e che sostiene come, siccome anche in Var Room ad agire sono arbitri, valutazioni e chiamate saranno sempre sottoposte alla loro discrezionalità, alla fine lo strumento in grado di rendere meno imperfetto il Var è stato trovato lavorando di fino a livello di regolamento.
Da anni una delle novità più invocate associate alla tecnologia nel calcio è l’introduzione delle “chiamate” da parte delle panchine delle due squadre. Non si tratta in realtà di nulla di rivoluzionario, trattandosi di una prassi comune ad altri sport, di squadra e non solo. Basket, infatti, ma anche tennis, con i famosi challenge che i giocatori hanno a disposizione per ogni match. Palliativo o soluzione? Le massime istituzioni sportive non hanno dubbi.
Da Malagò il sì definitivo: il calcio apre alla svolta, tifosi in festa
A margine dell’evento “Per Sempre con Diego” in memoria di Diego Armando Maradona, a bordo della MSC World Europa, il presidente del Coni Giovanni Malagò si è infatti soffermato a parlare del nuovo focolaio di tensione e veleni abbattutosi sulla Serie A: “Non mi sembra una grande novità, anzi è una costante”. Guai però a pensare ad arrendersi, ovvero ad abolire il Var, come polemicamente invocato dal direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani al termine della partita contro la Juventus. Perché il rimedio è ormai pronto.
“Penso che il Var sia stato fondamentale per risolvere tutti quei problemi di millimetri che spesso fanno arrabbiare – il Malagò pensiero – Negli altri casi serve uniformità di giudizio che si può risolvere in teoria ricorrendo alla chiamata”. A differenza di quanto avvenne con l’introduzione del Var, con la Serie A pioniera nel suo candidarsi come campionato-test, in questo caso non sarà possibile anticipare i tempi: “C’è una situazione che riguarda dinamiche internazionali, non possiamo farci le regole per conto nostro” ha chiosato Malagò. Delle call, quindi, se ne riparlerà alle prossime polemiche…