Aggrediti gli arbitri: Nazionale, 6 mesi di sospensione e 100 mila dollari di multa | Batosta per l’Italia, ora salta tutto
Una decisione avversa, la protesta e ora la stangata: lo sport italiano torna nel tunnel, colpita la squadra più amata.
A lungo visto come una chimera durante i lunghi anni nei quali la moviola in televisione era uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati, l’ingresso della tecnologia a supporto degli arbitri ha rivoluzionato il mondo del calcio.
Lo sport più popolare al mondo non è stato certo il primo a ricorrere a tale svolta che era realtà già da anni negli sport americani e che è via via stato adottato anche in Europa. Nel calcio, tuttavia, quella italiana è stata una delle prime federazioni a proporsi per le “prove pilota”. Perché?
Forse proprio per cercare di ridurre le polemiche da parte di tifosi e addetti ai lavori, frequenti al termine di partite segnate da episodi controversi. Fatto sta che ora che il Var è esteso in tutto il mondo o quasi, sulla tematica arbitrale si continua a discutere e a protestare, spesso oltremisura.
Ad utilizzare lo strumento tecnologico sono infatti sempre arbitri “umani” e quindi in grado di interpretare episodi in maniera soggettiva. Insomma, fino a quando, e logica impone che ciò non accada mai, a dirigere le partite non saranno le macchine l’errore va messo nel conto.
Sport e tecnologia: da Euro 2024 ai Giochi di Parigi, cronaca di un’estate turbolenta
L’introduzione della tecnologia semmai doveva, o dovrebbe, puntare a eliminare le sviste più clamorose, in qualsiasi sport. Obiettivo centrato solo in parte, come dimostrato dalla turbolenta estate 2024. Quella che ha visto la Germania padrona di casa uscire da Euro 2024 per un rigore non concesso contro la Spagna, o l’Italia imprecare per alcuni episodi avvenuti durante i Giochi di Parigi.
Alla fine il bottino di medaglie è stato soddisfacente per la spedizione azzurra, ma Filippo Macchi non è ancora riuscito a spiegarsi il perché di quella stoccata invertita nella finale del fioretto maschile contro Cheung Ka Long. Così come la nazionale di pallanuoto maschile resterà sempre il rimpianto per quel gol incredibilmente annullato nel quarto di finale contro l’Ungheria, poi perso ai rigori. Due mesi e mezzo dopo, quella partita è tornata d’attualità e per il Settebello al danno si è aggiunta la beffa.
La protesta costa cara: l’Italia dice addio alla World Cup 2025
L’Aquatic Sports Integrity Unit ha infatti inflitto una sospensione di sei mesi alla nazionale del ct Sandro Campagna per per violazione dell’articolo 5 del World Aquatics Integrity Code. Nel dettaglio al termine del match del 7 agosto alcuni giocatori e lo stesso Campagna avrebbero aggredito fisicamente e verbalmente il corpo arbitrale nel parcheggio. Inflitta anche una multa da 100.000 dollari, metà della quale “sospesa”. Alla luce di questa sanzione, contro la quale la Federazione non presenterà ricorso, il Settebello non potrà partecipare alla prossima World Cup, in programma a gennaio. Salva, invece, la partecipazione al Mondiale di agosto a Singapore.
Nel comunicato dell’Aqiu sono riportati i dettagli di quanto sarebbe avvenuto, comprese “le spinte” a “una ufficiale donna della World Aquatics” che stava cercando di riportare la calma”. La furia azzurra era legata all’annullamento del gol del provvisorio 3-3 firmato da Francesco Condemi, che dopo aver lasciato andare il pallone aveva involontariamente colpito con la mano il volto di un avversario. Condemi subì anche un’espulsione temporanea. L’episodio fu rivisto al Var per lunghi minuti, ma alla fine la decisione fu confermata, scatenando le proteste di tutta la squadra e lo staff dell’Italia. Il successivo ricorso fu rigettato e nel match contro la Spagna, valevole per il torneo 5-8° posto, l’Italia inscenò una protesta clamorosa, voltando le spalle agli arbitri durante l’inno e disputando deliberatamente alcuni minuti con un giocatore in meno.