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Addio definivo o “inadempienza”: la Juve è durissima col Polpo e non si fa scalfire da parole al miele

Paul Pogba - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Paul Pogba – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

L’avventura-bis di Paul Pogba in bianconero è finita: alla Continassa non ci sono dubbi, pronto il pugno di ferro.

Si sono amati, grazie a un colpo di fulmine durato quattro anni, poi si sono separati per un ritorno di fiamma… della “ex”. Infine sono tornati insieme, seppur con il sospetto che nulla potesse più essere come prima. Fondato, dal momento che la nuova separazione è in vista. Questa volta definitiva e con il rischio carte bollate dietro l’angolo.

La metafora non sarà delle più originali, ma spiega al meglio il tormentato rapporto che ha unito la Juventus e Paul Pogba dal 2012 ad oggi. Il centrocampista francese deve ai bianconeri l’esplosione a livello internazionale, che l’aveva portato ad essere tra i più forti centrocampisti al mondo. Nel calcio, però, tutto cambia rapidamente. Figurarsi in 12 anni.

Lo scorso 7 ottobre il Polpo ha ricevuto la notizia migliore degli ultimi sei anni, di fatto dopo il Mondiale vinto in Russia nel 2018. La riduzione della squalifica per doping da parte del TAS di Losanna ha permesso a Paul di tornare a sentirsi un calciatore. Da quattro anni a 18 mesi cambia tutto: lo stop originario avrebbe virtualmente posto fine alla carriera del francese, classe ’93, che invece ora già scalpita in vista del rientro nel prossimo marzo.

Sei mesi di inattività saranno ancora lunghi, ma potrebbero anche volare, dal momento che a Pogba le cose da fare non mancheranno. Cercare di tornare in forma e forse individuare pure un club nel quale dimostrarlo. Al netto delle dichiarazioni d’amore rivolte alla “sua” Juventus nell’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, infatti, i margini affinché Paul torni a vestire la maglia bianconera sembrano pari allo zero.

Juventus, nessuna marcia indietro con Pogba: la strategia del club

In casa Juve le idee sono chiare. Il Pogba-bis, iniziato nell’estate 2022 tra mille dubbi, legato alle condizioni del giocatore reduce da stagioni negative al Manchester United condite da tanti infortuni, è già finito. Lo stop per doping, a prescindere dalla lunghezza, offrirà alla società la sponda per cercare di chiudere in anticipo quel legame contrattuale da 8 milioni netti fino al 2026, che è diventato un peso per il club.

Alla Continassa si sta infatti lavorando da tempo su un doppio binario, così la sentenza del TAS non ha determinato alcuna accelerazione particolare. Da una parte il dialogo con i rappresentanti del giocatore per arrivare ad una separazione consensuale, dall’altra il pugno di ferro, quello che prevede una risoluzione unilaterale dell’accordo puntando sull’inadempienza contrattuale per la squalifica.

John Elkann, Paul Pogba - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
John Elkann, Paul Pogba – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Juventus-Pogba, fissata la deadline per la separazione

Le parole dolci pronunciate da Pogba nei confronti della Juventus, dei tifosi e dei compagni di squadra non determineranno stravolgimenti. Quel contratto appartiene al passato. In estate il club è riuscito a liberarsi di tutti gli ingaggi più onerosi, i nuovi arrivi non guadagnano più di 5 milioni netti (Koopmeiners e Douglas Luiz) e l’ultimo contratto “old generation”, quello di Vlahovic (10,5 milioni quest’anno, 12,5 il prossimo), è già un argomento scottante, dal momento che la società punta al rinnovo con spalmatura.

Semmai l’intenzione, questa condivisa dalle parti, è quella di lasciarsi magari con rimpianto, ma anche con il sorriso, evitando divorzi traumatici. Per questo la strada della risoluzione unilaterale è considerata l’extrema ratio, da utilizzare se non si arriverà ad un’intesa. Il tempo non manca, ma firmare la separazione entro la fine di gennaio, o in subordine venire messo sul mercato, con la Juve pronta nel caso a regalare il cartellino, permetterebbe a Pogba di cercarsi una nuova squadra per ripartire. La destinazione più probabile sembra essere la MLS, a un anno e mezzo dal Mondiale 2026, l’ultimo obiettivo da perseguire con la propria nazionale.