Ha detto di sì: in arrivo la nomina ufficiale, ma la tifoseria si divide I Non è il primo caso, ed è stato sempre flop
Allenatori senza pace in ogni parte del mondo: esoneri in serie e ritorni sorprendenti. Un big della panchina si rimette in gioco a sorpresa.
Non c’è davvero più pace per gli allenatori. Ad ogni latitudine. Il recente esonero di Edoardo Gorini dalla guida del Cittadella ha fatto cadere uno degli ultimi tabù nel calcio italiano relativamente alla stabilità delle panchine. Anzi, l’ultimo in assoluto almeno per quanto riguarda le prime serie professionistiche.
Il club veneto era infatti rimasto l’ultimo, tra quelli che hanno frequentato o frequentano Serie A e B, a non avere mai cambiato allenatore nel corso della stagione negli ultimi 30 anni. L’ex difensore dei granata aveva già vacillato nella scorsa stagione, durante la striscia nera di otto sconfitte consecutive, per poi riuscire ad aggiustare la situazione.
Il 6-1 subito contro il Sassuolo sono invece stati fatali a Gorini, diventato il primo allenatore del Cittadella a saltare durante il campionato dal 1995 in avanti. La vera e propria fine di un’epoca, a conferma di come i risultati siano ormai sovrani in tutte le piazze, anche in quelle in cui non ci sono particolari pressioni dalla tifoseria o obiettivi da raggiungere, se non una salvezza tranquilla.
Negli anni gli appassionati di calcio italiani hanno familiarizzato con veri e propri “mangia allenatori”. Dal compianto Maurizio Zamparini fino a Massimo Cellino, che tra Cagliari prima e Brescia più recentemente ha una lunga “carriera” di mister avvicendati e di esoneri decisi anche in maniera sorprendente. Piuttosto diverso è invece lo scenario che riguarda il calcio internazionale.
Inghilterra, il dopo Southgate può iniziare: scelto l’erede
Anche nei top campionati esteri gli esoneri si sprecano, ma vige un minimo più di pazienza da parte dei presidenti. Si pensi all’esempio del Manchester United, dove i risultati conseguiti da Ten Hag non sono certo soddisfacenti, eppure il tecnico olandese balla sull’orlo dell’esonero da ormai un paio d’anni. O si pensi al caso della nazionale inglese, in cui l’esonero di Gareth Southgate non si è mai concretizzato.
Mai amato da addetti ai lavori e tifosi, nonostante i più che discreti risultati conseguiti, dal 3° posto al Mondiale 2018 alle due finali degli Europei, 2021 e 2024, perse contro Italia e Spagna, l’ex difensore ha deciso di farsi da parte nel luglio scorso, proprio dopo il ko contro la Roja. Le dimissioni di Southgate sono state accettate dalla FA, ma proprio a conferma di quanto il ribaltone in panchina non fosse in preventivo ecco che il successore è stato individuato dopo tre mesi.
Thomas Tuchel torna in Inghilterra e diventa ct
La scelta è ricaduta su Thomas Tuchel. La nomina dell’allenatore tedesco è stata anticipata di qualche ora dal ‘The Times’, che ha bruciato sul tempo anche la stessa federazione, ancora impegnata nella stesura del comunicato e soprattutto dei dettagli dell’accordo con l’ex allenatore di Chelsea e PSG. A Tuchel sarà quindi affidato il compito di guidare l’Inghilterra nel Mondiale 2026 in programma in Usa, Canada e Messico. L’accordo, come da comunicato ufficiale, sarà di appena 18 mesi. Si tratterà del terzo ct straniero nella storia dei Tre Leoni dopo il compianto Sven-Goran Eriksson e Fabio Capello.
Dopo le dimissioni di Southgate l’interim era stato affidato a Lee Carsley, ma che i tempi per la nomina del successore fossero maturi lo si era intuito dalle parole dello stesso tecnico “provvisorio”, al termine del match di Nations League contro la Finlandia: la Federazione sta cercando un “allenatore di classe mondiale che ha vinto dei trofei” aveva detto Carsley. Tuchel risponde proprio a questo profilo. Fermo dallo scorso giugno dopo l’esonero subito dal Bayern, il tecnico tedesco vanta una Champions vinta con il Chelsea nel 2021 e una finale persa l’anno prima con il PSG, oltre a tre titoli nazionali tra Francia e Germania. Un curriculum di tutto rispetto, ma che non convince appieno i tifosi della nazionale inglese, che hanno invaso i social a suon di post all’insegna dello scetticismo. La sfida è riportare al successo una nazionale che ha vinto solo il Mondiale 1966 giocato in casa. Arrivarci ad un passo non basterà più…