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Panatta distrugge Djokovic: “Si deve rassegnare” | L’ex campione non trattiene la lingua, scoppia un caso internazionale

Adriano Panatta - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Adriano Panatta – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

L’ex capitano azzurro di Coppa Davis, oggi apprezzato opinionista tv, non si smentisce: le sue parole sul serbo fanno il giro del web.

Uno dei più forti tennisti italiani di tutti i tempi. Ma anche pilota di motonautica, opinionista televisivo non solo del proprio sport, commentatore tecnico e pure conduttore. Tutto questo è stato ed è Adriano Panatta, che a distanza di 40 anni dalla fine della carriera resta uno dei volti più conosciuti e amati dello sport italiano.

Miglior italiano di sempre a livello di classifica ATP, almeno prima dell’avvento del “ciclone Sinner”, con il suo quarto posto, conquistato nell’anno di grazia 1976, quello del trionfo al Roland Garros prima di quello in Coppa Davis con l’Italia a Santiago del Cile, Panatta deve parte della propria popolarità anche a quel carattere schietto che lo ha caratterizzato durante e dopo l’attività.

Le sue frecciate a Nicola Pietrangeli, l’icona del tennis italiano era pre Open, nonché capitano non giocatore della Davis ’76, oltre che con lo storico amico-rivale Paolo Bertolucci, rappresentano tutt’oggi una fonte di ilarità, nonché di dibattito, che Panatta alimenta in tv, come opinionista della Domenica Sportiva.

In attesa di risentire i suoi ficcanti commenti in Rai durante la Final Eight di Coppa Davis, Panatta non perde occasione per elogiare Jannik Sinner, ormai stella polare riconosciuta del movimento tennistico internazionale. Jannik ha già superato Panatta a livello di titoli vinti, ma all’altoatesino manca ancora proprio quel trionfo al Roland Garros, su quella terra che oggi rappresenta per la Volpe Rossa la superficie meno amata.

Sinner, Djokovic e il cambio generazionale: parla Adriano Panatta

Sembra tuttavia essere solo una questione di tempo e Panatta lo sa. L’ultimo successo ottenuto da Sinner in ordine cronologico, nel Masters 1000 di Shanghai, ha riproposto il tema della rivalità con Novak Djokovic. Proprio battendo il serbo un anno fa nel round robin delle ATP Finals, prima di cedere in una finale molto combattuta, Sinner ha iniziato un’escalation che non sembra voler finire e che l’azzurro cercherà di coronare nelle prossime settimane a Torino.

Vincere il primo titolo della carriera in Italia metterebbe il suggello ad una stagione memorabile, ma le Finals sono ancora lontane. Prima c’è da affrontare il 1000 di Bercy, nel quale Jannik e Nole potrebbero tornare a sfidarsi. Se così fosse un favorito d’obbligo ci sarebbe e Panatta ne ha parlato con la consueta schiettezza, mandando un messaggio tutt’altro che indiretto a Djokovic…

Novak Djokovic - Instagram djokernole - Ilgiornaledellosport.net
Novak Djokovic – Instagram djokernole – Ilgiornaledellosport.net

Panatta a ruota libera: che frecciata a Djokovic!

“Sinner sta mostrando un livello di gioco medio altissimo – ha detto l’ex capitano azzurro di Davis nel corso de ‘La Domenica Sportiva’ – Poi non può essere a livello dei Big Four perché questi hanno vinto 66 Slam e Jannik solo due, ma quel giorno arriverà”. Secondo Panatta è oggi impossibile quasi per tutti reggere i ritmi di Sinner: “Gli altri giocano come lui, ma per un’ora-un’ora e un quarto, poi non riescono a tenere il ritmo. A Shanghai dopo il primo set non c’è stata più partita. Credo che anche Djokovic farebbe bene a rassegnarsi a lasciar perdere”.

“In che senso, Adriano?”. Panatta spiega il concetto, arrivando a prevedere che, per motivi fisici e non solo, per il serbo sarà difficile riuscire a battere Sinner nelle battute finali della propria carriera: “Un giocatore come lui che è stato probabilmente il migliore di tutti i tempi a livello di risultati, non si può permettere di uscire dal campo con una batosta simile”. Il migliore sì, ma non il più amato da Panatta, che anche in questo caso non si nasconde: “Mi dicono sempre che non amo Djokovic, ma non è vero. Lo ammiro tanto, diciamo che amavo più Federer…”. Parola di chi le leggende del proprio sport le conosce bene, per averle affrontate, battute e commentate.