“Il futuro non mi preoccupa, e il motivo è chiaro”: Lazio, apertura totale, ma ora sarò Lotito a decidere
La squadra di Baroni gioca, segna e diverte: tra i segreti di una delle rivelazioni del campionato c’è un insospettabile punto fermo.
Dal turnover ragionato a quello “a zona”, fino a quello totale. Nel calcio non ci sono segreti o formule magiche alle quali gli allenatori possono fare riferimento per la gestione degli organici delle proprie squadre, da tempo ormai uno dei temi scottanti nella quotidianità di un tecnico.
Per le squadre impegnate su almeno due fronti è impensabile non affidarsi ad una sapiente turnazione delle forze a disposizione, per quella che è diventata una necessità soprattutto in tempi di calendari fittissimi, con gli allenamenti diventati ormai una parentesi tra una partita e l’altra.
Ovvio è che il turnover non possa essere effettuato in maniera empirica, bensì affidandosi a dati quasi scientifici in arrivo dal settore medico e riguardanti le capacità di recupero dalla fatica, che variano da un giocatore all’altro, fino a parametri che possono arrivare a riguardare addirittura le percentuali di previsione d’infortuni.
Come detto non esiste una verità assoluta a riguardo e ogni allenatore ha le proprie metodologie. Simone Inzaghi, ad esempio, ha iniziato solo quest’anno a effettuare un vero e proprio turnover scientifico per la sua Inter, senza risparmiare quasi nessun elemento della rosa. Poi ci sono casi particolari come quello di Marco Baroni che, alla prima avventura in un top club, ha finora schierato letteralmente due squadre diverse tra campionato e Europa League.
Da Sarri a Tudor fino a Baroni: la Lazio e un intoccabile a sorpresa
La scelta si è finora rivelata vincente, alla luce dei risultati della Lazio, dopo aver suscitato più di una perplessità tra gli addetti ai lavori. Certo, battezzare una formazione da coppa e una da campionato può avere anche qualche contrindicazione, ma al momento le soddisfazioni stanno arrivando su entrambi i fronti. Tra i giocatori ritenuti imprescindibili per la Serie A c’è un difensore che, alla seconda stagione in biancoceleste, è ormai diventato un punto fermo, nonché un riferimento per la tifoseria.
Stiamo parlando di Mario Gila, il centrale spagnolo classe 2000, nativo di Barcellona, ma cresciuto nel Real Madrid, che si è ormai ritagliato un posto fisso nella retroguardia biancoceleste. Il primo a lanciarlo in pianta stabile tra i titolari fu già Maurizio Sarri e né Igor Tudor, né Baroni ne hanno messo in discussione la centralità. A variare è semmai il compagno di reparto, ma della fisicità di Gila e della sua bravura negli anticipi come in marcatura la Lazio non può più fare a meno.
Mario Gila, il nuovo baluardo biancoceleste: il futuro è nelle mani di Lotito
Proprio alla luce della qualità delle sue prestazioni Gila potrebbe diventare a breve un uomo-mercato. Giovane età e caratteristiche ne fanno un potenziale candidato per i top club europei, ma al momento Mario pensa solo alla Lazio. Ad assicurarlo è stato l’agente Alejandro Camano che, intervistato da Il Corriere dello Sport, Alejandro Camano, agente di Mario Gila, nonché lo stesso di Lautaro Martinez, ha comunque dribblato sul tema rinnovo.
“Non siamo preoccupati per il futuro – le parole di Camano – Siamo felici della crescita di Mario e lui è felice nella Lazio. Avrà un avvenire importante”. Parole condivisibili, anche da parte del presidente Lotito. Il contratto di Gila con la Lazio scadrà nel giugno 2027. È noto come a Lotito non piaccia rivedere gli accordi in essere con troppo anticipo e in questo caso il tempo per discutere non manca, ma il mercato è imprevedibile e un’eventuale offerta irrinunciabile potrebbe costringere la società a sedersi al tavolo delle trattative già la prossima estate, a 24 mesi dalla scadenza contrattuale.