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Baggio scoppia in lacrime: a distanza di anni viene fuori la verità in TV | Guardiola è testimone. E su “Mazzone e il cane…”

Roby Baggio Pep Guardiola Carlo Mazzone - Instagram chetempochefa - Ilgiornaledellosport.net
Roby Baggio Pep Guardiola Carlo Mazzone – Instagram chetempochefa – Ilgiornaledellosport.net

Due leggende del calcio mondiale si sono ritrovate in tv dopo aver condiviso lo spogliatoio per un anno e mezzo.

Il calcio italiano ha ormai ripreso quota in campo internazionale da alcuni anni. Certo, l’epoca d’oro nella quale le formazioni tricolore dominavano ogni competizione, portando più di una volta fino in fondo anche più di una squadra, è lontana, ma in questo senso i paragoni sono sempre difficili.

La nuova formula delle coppe europee non è infatti avvicinabile a quella degli anni ’80. Oggi i campionati più importanti qualificano fino a sette formazioni nelle tre competizioni continentali e in particolare la Champions League è diventata una vera e propria Superlega in miniatura, nella quale è pressoché impossibile non affrontare uno o più top club, già nella prima fase.

La nuova formula della Champions senza gironi ha poi reso ancora più frequenti le super sfide nella prima fase. Insomma, per arrivare fino alla fine bisogna essere davvero forti e competitive, per questo tanto il trionfo dell’Atalanta in Europa League quanto la storica presenza di Inter, Milan e Napoli ai quarti della Champions 2023 possono essere considerati traguardi importanti.

I fasti di un tempo restano tuttavia come detto difficili da ripetere. Il riferimento non è solo agli anni ’80-90, ma pure ai primi del nuovo Millennio, nei quali poteva capitare di vedere una squadra di provincia, abituata a fare da “ascensore” tra Serie A e B, sognare l’accesso all’allora Coppa Uefa sfidando nientemeno che il Paris Saint-Germain.

Baggio-Guardiola, la reunion in tv è toccante: lacrime, sorrisi e aneddoti

Formazioni come Perugia e Brescia, attraverso l’Intertoto, hanno regalato ai propri tifosi emozioni del tutto inedite e che non si sono più ripetute. Gli umbri in Europa ci arrivarono davvero, mentre le Rondinelle sono andate ad un passo dall’impresa. Era quello il Brescia più forte di tutti i tempi, con Carlo Mazzone in panchina e in campo giocatori come Roberto Baggio e Pep Guardiola. Due leggende viventi, il Divin Codino e l’allenatore del Manchester City, ancora oggi in ottimi rapporti e protagonisti di una toccante reunion in tv.

Guardiola è stato ospite in studio del salotto di Fabio Fabio a ‘Che tempo che fa’ sul Nove, mentre Baggio si è collegato da casa, a Caldogno. Pur avendo giocato insieme solo per un anno e mezzo Roby e Pep sono legatissimi al punto che Guardiola non ha trattenuto l’emozione una volta visto l’amico in video: “Roby è il più grande talento con cui abbia giocato – ha ‘sentenziato’ Guardiola – L’ho conosciuto alla fine della carriera, aveva un ginocchio che sembrava una lavatrice, non poteva muoversi. In Italia non c’è nessuno che non lo ami, perché lui è diverso. Mi sarebbe piaciuto tanto giocare più anni con lui”.

Roberto Baggio, Pep Guardiola - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Roberto Baggio, Pep Guardiola – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Il cane di Roby e Mazzone: “Il mister aveva paura…”

Parole significative, che inquadrano alla perfezione lo sterminato affetto che gli appassionati di calcio italiano e non solo nutrono nei confronti di Baggio, campione senza tempo, il cui palmares è stato inversamente proporzionale alle qualità tecniche e all’amore dei tifosi. “Pep è una brava persona, solare, positiva, disponibile” ha ricambiato l’ex fantasista. Non solo lacrime, però.

C’è stato spazio anche per le risate, da parte di entrambi, ricordando la fobia di Mazzone per i cani e un episodio curioso…: “Mazzone aveva paura dei cani e aveva trattato male un mio compagno perché aveva portato all’allenamento il suo cagnolino – ha raccontato Baggio – Dopo 10 giorni arrivai io col mio labrador. Mazzone uscì dallo spogliatoio, vide il cane correre, si spaventò e chiese di chi fosse. ‘Mister, è di Robi’. E lui ‘Aò, famolo giocare, diamogli un biscottino’”. Graffiti di un altro calcio. Quando due miti del calcio davano spettacolo in provincia.