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Incoronato dal Re: parole uniche, Djokovic non ha mai detto cose del genere a nessuno

Novak Djokovic - Instagram djokernole - Ilgiornaledellosport.net
Novak Djokovic – Instagram djokernole – Ilgiornaledellosport.net

Ancora a secco di titoli nel 2024 il serbo ha deciso il proprio futuro e individuato il proprio erede: le parole che sconvolgono i fans.

Dopo un trionfo come quello di Shanghai, nell’ex “patria” delle Finals, davanti a un pubblico in visibilio per lui e a un parterre de roi d’eccezione –  composto da Roger Federer e Carlos Alcaraz – e ottenuto contro sua maestà Novak Djokovic, verrebbe quasi la tentazione di far calare il sipario su un anno solare che definire sensazionale è un eufemismo.

Peccato che questa soddisfazione Jannik Sinner non se la possa permettere. Per scelta e non solo, dal momento che ci sono ancora due tornei mandatory da disputare, il 1000 di Parigi-Bercy e le attesissime ATP Finals. Appuntamenti ai quali la Volpe Rossa aggiungerà la trasferta in Arabia Saudita per il ricchissimo Six King Slam, torneo-esibizione al quale parteciperanno i più forti del mondo, compreso Rafa Nadal, e ovviamente le Final Eight di Coppa Davis.

Solo a quel punto il numero 1 del mondo si regalerà qualche settimana di vacanza, giusto per godersi il Capodanno al comando del ranking ATP e per rivivere con il pensiero le perle di un anno da sogno. Due Slam, in Australia e negli Stati Uniti, i 1000 di Miami e Cincinnati, prima di Shanghai, e i 500 di Rotterdam e Halle. Più quello che ancora può arrivare e un’emozione che i Big Three conoscono bene. A cominciare dallo stesso Djokovic, che tra i tanti primati detenuti può vantare anche proprio quello del maggior numero di anni solari chiusi da primo in classifica, ben otto.

L’ultima volta accadde proprio meno di un anno fa. Il 31 dicembre 2023 c’era il fuoriclasse di Belgrado a guardare tutti dall’alto. Nello sport come nella vita, però, tutto può cambiare in poco tempo così ecco che il 2024 rischia di chiudersi per Nole senza titoli in bacheca, almeno per quanto riguarda l’ATP Tour. Un alloro, infatti, Djokovic l’ha conquistato quest’anno, quello olimpico, il più prestigioso tra i mancanti alla sua collezione.

Da Shanghai a Torino: Djokovic-Sinner, la sfida infinita

Sarà anche per questo, oltre che per il fatto che i campioni veri, anzi le leggende, sanno riconoscere il talento altrui, che il serbo ha incassato con sportività il ko contro Sinner nella finale di Shanghai, spendendo anzi elogi inaspettati per colui che è, insieme ad Alcaraz, il “responsabile” principale di un lento declino, almeno ad altissimi livelli. Lo spagnolo e l’altoatesino l’hanno infatti battuto nelle uniche due finali disputate nel 2024.

Wimbledon e, appunto, Shanghai, anche se Nole si è preso la rivincita con il murciano proprio ai Giochi di Parigi. Attenzione però a dare il mito per decaduto, perché a 37 anni e mezzo Djokovic sembra essere ancora in discreta forma e in possesso di colpi che ne fanno uno dei sicuri protagonisti tra un mese alle Finals di Torino. Laddove nel 2023 Nole piazzò quello che è attualmente l’ultimo acuto nel circuito, il settimo nel torneo, superando proprio Sinner, che a propria volta l’aveva battuto nel round robin.

Novak Djokovic e Jannik Sinner - Instagram djokernole - Ilgiornaledellosport.net
Novak Djokovic e Jannik Sinner – Instagram djokernole – Ilgiornaledellosport.net

Djokovic incorona Sinner: il paragone è… da urlo

In attesa dei possibili nuovi confronti nel torneo dei campioni, Djokovic ha tenuto a fare un complimento molto speciale al proprio erede, avvicinato a un modello particolare…: “Jannik è molto solido sia con il diritto sia con il rovescio, non commette molti errori e cerca di togliere tempo all’avversario . È quello che ho fatto per tanti anni. Sì, direi che mi ricorda me…”.

Niente male come incoronazione, pronunciata durante la premiazione di Shanghai, come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’. Parole che non hanno che potuto strappare un sorriso a un Sinner emozionato, ma già focalizzato sui prossimi obiettivi: “Sinner è migliorato tantissimo al servizio. È sempre più aggressivo da fondo e appena ha una palla più corta da attaccare, prende l’iniziativa” ha aggiunto Djokovic. Fin qui gli elogi, poi è arrivato l’”avvertimento”…: “Non so cosa mi aspetta nel futuro, di sicuro giocherò anche l’anno prossimo”. Il processo di emulazione, quindi, proseguirà ancora per un po’ con il modello sul campo…