Accuse sessuali shock, il mondo del calcio trema: ecco la verità, il TRIBUNALE emette il verdetto
Il calcio internazionale è ancora scosso da una spiacevole vicenda privata che coinvolge un calciatore di primo piano: emessa la sentenza.
Attori, calciatori e componenti del mondo dello spettacolo in genere da una parte. Gente comune dall’altra. Due mondi lontani e inavvicinabili, sotto tanti punti di vista. Dallo stile di vita, dettato dal tipo di lavoro che si svolge, fino al lato economico. Oggi la forbice è ancora più ampia, ma in fondo la differenza si è sempre avvertita.
Va altresì detto che essere “famosi” presenta anche un’altra faccia della medaglia. Agli “onori” legati al conto in banca, alla mancanza di preoccupazioni per il mantenimento di sé e delle generazioni successive, fanno da contraltare gli “oneri” che si chiamano esposizione mediatica spesso e volentieri eccessiva, quando non voyeuristica, fino alla pressoché totale assenza di privacy.
Vero è che da qualche anno a questa parte buona parte dei vip alla privacy rinuncia quasi spontaneamente, decidendo di condividere quasi tutto della sfera privata attraverso i social. Un modo efficace per moltiplicare il numero dei fans, di fatto proiettati nella quotidianità dei propri idoli, tuttavia ci sono anche momenti nei quali pure chi è ricco e famoso sente l’esigenza di chiudersi in sé stesso.
Il peggiore dei corollari dell’”essere famoso” è legata proprio alla forte esposizione dei personaggi in questione, che porta con sé il rischio di finire anche senza colpe all’interno di situazioni spiacevoli, quando non pericolose dal punto di vista penale. Anche una foto negata a un fan, o magari scattata sopra pensiero, o magari una semplice frase che scappa in un momento di nervosismo può arrivare a costare tanto.
Gudmundsson assolto: incubo finito per l’attaccante della Fiorentina
Il prototipo del calciatore “bello e ricco” si presta quindi a fraintendimenti dagli effetti imprevedibili, come ben sanno tanti giocatori che si sono trovati implicati in processi che li vedevano imputati per una delle accuse peggiori per un uomo, quella di violenza sessuale. C’è chi non è riuscito a dimostrare la propria innocenza e ha visto la propria vita rovinata per sempre e chi ha invece potuto tirare un sospiro di sollievo.
Attendere con fiducia che la giustizia faccia il proprio corso non è sempre facile, in particolare se si è sicuri della propria buona condotta e magari se la carriera di calciatore è agli inizi e sta prendendo una piega molto promettente. Proprio questo è accaduto ad Albert Gudmundsson, che può finalmente tornare a respirare dopo oltre un anno di inferno. L’attaccante della Fiorentina è stato infatti dichiarato innocente dal Tribunale distrettuale islandese.
Caso Gudmundsson: le tappe della vicenda e cosa può ancora accadere
L’ex genoano era stato accusato di “cattiva condotta sessuale” da una ragazza per un episodio avvenuto a Reykjavik nell’estate del 2023. La sentenza di primo grado sorride a Gud, per il quale tuttavia l’incubo non è ancora del tutto finito. La controparte dovrebbe infatti appellarsi entro l’8 novembre e il verdetto definitivo non si dovrebbe avere prima della prossima estate.
Resta il fatto che la prima sentenza è stata emessa, per la gioia del diretto interessato e della stessa Fiorentina, che lo scorso agosto aveva coronato il lungo inseguimento al giocatore, cautelandosi qualora Gudmundsson fosse stato condannato, ma nutrendo la massima fiducia nei confronti del giocatore. “È stato un anno difficile, ma ho imparato che la mia famiglia e i miei amici sono tutto per me” il primo commento di Albert, pronto a ricominciare a vivere. Dopo l’ottimo impatto avuto in maglia viola a novembre è previsto anche il ritorno in nazionale, dalla quale era stato nuovamente sospeso in primavera dopo oltre sei mesi di assenza tra giugno 2023 e il marzo successivo. L’incubo è quasi alle spalle.