Roma, colpo da 34 milioni di euro… ma non è come sembra | Il club s’impettisce: per noi non cambia niente
I Friedkin si aspettano risultati dopo aver investito tanto sul mercato, ma una nuova tempesta rischia di travolgere il club giallorosso.
Novantadue milioni di investimenti, per i soli cartellini, contro i 22 e i 10 delle due stagioni precedenti. Il cambio di filosofia nel mercato della Roma durante l’ultima sessione estiva è espresso alla perfezione già solo da questi numeri. La caccia all’agognato posto in Champions League passerà da una strategia differente.
La famiglia Friedkin non è ancora riuscita a godersi, dal vivo o dalla tv poco importa (o quasi…) una sola partita della propria squadra nella competizione europea più importante. Una delusione cocente, lenita solo in parte dalle ultime tre cavalcate continentali compiute dalla squadra, tra Conference e Europa League.
Il trionfo di Tirana 2022 con José Mourinho in panchina, la finale di Budapest persa tra mille polemiche nel 2023 contro il Siviglia e la resa in semifinale contro il Bayer Leverkusen la scorsa primavera sotto la guida di De Rossi hanno fatto sognare i tifosi, ma all’atto pratico non hanno prodotto grandi benefici per le casse della società.
A fare la differenza è ormai solo la partecipazione alla Champions, in particolare con l’introduzione della nuova formula, che garantisce più partite e più introiti ai club. Così, per evitare di avere rimpianti anche al termine del campionato in corso, a Trigoria si è deciso di cambiare passo. Basta ingaggi faraonici da riconoscere a big come Lukaku e Dybala a favore di una maggiore patrimonializzazione del club.
Roma senza pace: la Guardia di Finanza indaga sui bilanci
Si spiegano così gli acquisti di giovani di valore come Artem Dovbyk e Matias Soulé che, soprattutto nel caso dell’argentino, saranno chiamati a portare dividendi, leggi prestazioni, gol, risultati sul campo e magari una successiva rivendita, nell’arco di un periodo di tempo medio-lungo. Certo, non sono mancati anche investimenti più “rischiosi”, come quello di Enzo Le Fée, il pupillo del ds Ghisolfi, per il momento oggetto misterioso per De Rossi come per Ivan Juric.
La missione affidata al tecnico croato è comunque chiarissima. Tornare in Champions, a qualunque costo, compreso quello, per una volta, di sacrificare la vetrina europea. Anche perché a breve in casa Roma potrebbero arrivare pessime notizie dal fronte fiscale. Un’inchiesta della Guardia di Finanza, come riportato da ‘Tuttosport’, sta infatti facendo tremare la società, che vede all’orizzonte il rischio di una maxi multa dopo che i controlli delle Fiamme Gialle sui bilanci del club dal 2016 al 2021.
Ires non pagata: cos’è e cosa rischia la Roma
La Guardia di Finanza contesta il mancato pagamento dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, per 19 milioni, ma a far preoccupare è anche il rischio di un nuovo “caso plusvalenze”, dopo quello che due anni fa travolse la Juventus. Il sospetto della Gdf è infatti che la Roma abbia effettuato aggiustamenti di bilancio attraverso delle permute mascherate da compravendite reciproche. Tra le operazioni nel mirino, lo scambio Spinazzola-Luca Pellegrini con la Juventus, ma non solo. Qualora fosse confermato il sospetto di Ires non pagata sugli aggiustamenti contabili che potrebbero aver creato maggiori costi non deducibili per un totale di circa 80 milioni, le sanzioni a carico del club possono variare dal 90% al 180% dell’importo dovuto, quindi la multa a carico della Roma potrebbe essere compresa tra i
17 e i 34 milioni.
Una potenziale mannaia, che rischierebbe di avere effetti devastanti sulla salute finanziaria del club. La Roma ha comunque già dichiarato la propria estraneità alle accuse attraverso una nota ufficiale. In caso di colpevolezza accertata la società potrebbe decidere di affrontare il processo o di patteggiare uno sconto di massimo un terzo sulle sanzioni. Il tutto in attesa che le carte della Procura di Roma e quella della Gdf arrivino sul tavolo della Procura Federale, i cui tempi delle indagini sarebbero molto più veloci rispetto a quelli della giustizia ordinaria.