Bergamini, fine dell’incubo: altro che suicidio, arriva la condanna |16 anni, ecco chi è il responsabile
L’ex centrocampista del Cosenza, morto in circostanze misteriose nel 1989, non si tolse la vita: la sentenza è una liberazione per la famiglia.
Il cold case più drammatico e per certi versi inspiegabile del calcio italiano si è finalmente concluso. Dopo 35 anni di misteri, frettolose archiviazioni e verità negate, la memoria di Denis Bergamini e il dolore della sua famiglia hanno trovato la seppur parziale consolazione che meritavano.
Donato Bergamini, per tutti Denis, era un centrocampista di talento, arrivato in Serie B troppo tardi per le sue potenzialità. Il debutto a 26 anni nel 1988 con la maglia del suo Cosenza arrivò dopo che il giocatore, nativo di Argenta, nel ferrarese, era già diventato un idolo dei tifosi rossoblù, grazie alle tre stagioni di alto livello disputate in Serie C1, coronate con la promozione.
Qualche infortunio di troppo lo aveva condizionato nel primo anno tra i cadetti, ma le sirene di mercato avevano iniziato a suonare nell’estate 1989. Parma e addirittura Torino erano sulle tracce di Denis, che alla fine decise di iniziare la quinta stagione a Cosenza. Una bella prova di fedeltà, figlia di un calcio che non esiste più. Purtroppo, però, il destino più crudele era in agguato e stava per squarciare la vita di un ragazzo solare.
Già, Bergamini era un giocatore promettente, ma anche un giovane uomo dal sorriso contagioso. Anche per questo non ci sarebbe stato nessun motivo per decidere di togliersi la vita gettandosi sotto un camion in una notte di pioggia, il 18 novembre 1989, sulla statale 106 Jonica nei pressi di Roseto Capo Spulico. Eppure proprio questo è ciò che parenti e amici di Denis sono stati costretti a sentire per troppi anni. Prima che la verità emergesse.
Morte Bergamini, la sentenza: Denis è stato ucciso
Nella giornata di martedì 1 ottobre presso l’aula 1 del tribunale di Cosenza, al termine di una camera di consiglio durata otto ore, è stata emessa la sentenza di primo grado sulla morte di Bergamini. L’unica imputata, Isabella Internò, ex fidanzata di Denis, è stata condannata a 16 anni di reclusione per concorso con ignoti in omicidio volontario. In attesa dei prossimi gradi di giudizio, la sorella di Denis, Donata, da 35 anni in prima linea per difendere la memoria del fratello, è scoppiata in un pianto dirotto.
La durata della camera di consiglio fa intuire come il verdetto non sia stato unanime. Internò, alla quale sono state concessi le attenuanti generiche ed escluse le aggravanti della crudeltà e dell’uso di sostanze venifiche, si è vista anzi ridurre sensibilmente la condanna rispetto alla richiesta di 23 anni formulata dall’accusa. Presenti in aula anche alcuni dei migliori amici ed ex compagni di Denis, come Gigi Simoni e Michele Padovano.
Caso Bergamini, le tappe: dall’ipotesi suicidio al processo
All’epoca dei fatti il caso della morte di Bergamini fu archiviato troppo frettolosamente come suicidio. Un’ipotesi respinta da subito con forza dai familiari, oppostisi alla ricostruzione secondo la quale Denis si sarebbe gettato tra le ruote di un camion che l’avrebbe trascinato per circa 60 metri. Sono però serviti quasi 30 anni per muovere i primi passi verso il processo. Determinante la perizia depositata nel 2012 dai RIS di Messina, secondo i quali Bergamini era già morto dopo essere stato investito. Scarpe, catenina e orologio di Denis erano infatti stati ritrovati quasi intatti e del resto il corpo non presentava ferite e non risultata sporco di fango.
Le altre date chiave sono quelle del maggio 2017, quando le indagini furono ufficialmente riaperte, del giugno successivo, quando il GIP di Castrovillari dispose la riesumazione della salma per effettuare l’autopsia e infine quella del 16 novembre 2017. A quasi 28 anni dalla tragedia l’esito rivela che Bergamini sarebbe stato soffocato con una sciarpa e poi gettato sotto il camion, inscenando il suicidio. Il processo apertosi nel 2021 è arrivato a sentenza in un 1° ottobre che la città di Cosenza e tutti coloro che hanno voluto bene a Denis non dimenticheranno mai.