Sinner ci mette la faccia: adesso parlo io | La confessione del campione: “Ecco che cosa ho fatto”
La rincorsa del numero 1 del mondo agli ultimi titoli del 2024 non può che essere condizionata dalla bufera doping: lo sfogo del campione.
Prima tre mesi con sul capo la spada di Damocle di una possibile squalifica per il controverso ‘caso Clostebol’. Poi il sospiro di sollievo per l’assoluzione, che non ha comunque potuto cancellare la tensione vissuta. Quindi il fuoriprogramma del ricorso della Wada, depositato in extremis. Intanto, però, Jannik Sinner sta continuando a giocare e continuerà a farlo. Ottenendo gli stessi risultati.
Non sarà infatti certo la sconfitta nella finale del torneo di Pechino contro il “solito” Carlos Alcaraz, capace comunque di piegare l’italiano per la terza volta consecutiva, a modificare il giudizio sull’anno solare da incorniciare vissuto dal numero 1 del mondo, dal canto proprio già certo di chiudere l’anno davanti a tutti nel ranking ATP.
Anno che è ancora lontano dal vedere il suo epilogo sportivo, se è vero che, dopo aver abdicato nella capitale cinese, Sinner è stato impegnato anche nel Masters 1000 di Shanghai, prova generale in vista dei due appuntamenti autunnali cerchiati in rosso sul calendario: ATP Finals e Final Eight di Coppa Davis.
L’altoatesino punta dritto a vincere il primo titolo della carriera davanti ai propri tifosi e a fare il possibile per aiutare l’Italia alla caccia della seconda Insalatiera consecutiva. In entrambe le occasioni Sinner potrebbe incrociare la propria racchetta con quella di Alcaraz, termine quanto mai appropriato ripensando al raro spettacolo offerto dai due campioni nelle tre ore e passa della finale di Pechino.
Sinner-Alcaraz, il duello infinito: non solo sul campo…
Certo, perdere il terzo scontro diretto consecutivo contro il murciano non può certo far sorridere un perfezionista come Sinner, che continua comunque a guidare il testa a testa con Carlos nel computo dei tornei vinti nel 2024. In questo momento, comunque, il vero rivale di Sinner non sta come noto sui campi. Vedere giocare Jannik a Pechino non autorizza a pensare che il Rosso di Sesto Pusteria si stia facendo condizionare a livello psicologico, ma è chiaro che sette mesi di incertezza nuocerebbero a tutti.
Appellandosi all’autocontrollo e alla freddezza che gli sono proprie e che tanto lo stanno aiutando per continuare a giocare e vincere, Sinner sta evitando il più possibile di parlare in pubblico della vicenda, per evitare di prestare il fianco a eventuali alibi e per evitare anche di prestare il fianco a possibili attacchi o frecciate, come quella già arrivata proprio da Alcaraz. L’eccezione è arrivata al termine del quarto di finale di Pechino vinto contro Lehecka.
Tutti i tormenti di Sinner: Jannik si sfoga sul caso doping
“Non è una situazione in cui mi fa piacere trovarmi – ha ammesso l’azzurro – . È un momento difficile per me e per il mio team. Ho passato numerose notti insonni, ma so di non aver fatto nulla di male e questo già mi aiuta un po’ a tenere la testa alta. Proverò a restare concentrato sul mio lavoro”. La più educata e civile tra le dichiarazioni d’innocenza sembra poter rappresentare l’unico sfogo pubblico di Sinner, la cui strategia difensiva è ovviamente affidata ai propri avvocati.
La sentenza non arriverà prima dell’inizio del 2025, magari ad Australian Open già iniziati. Il calvario sarà quindi ancora lungo, pertanto Jannik dovrà aggrapparsi al proprio carattere per continuare a pensare solo al presente. Tra trionfi e paure il 2024 di Sinner resterà un anno speciale. Peccato che gli ultimi sforzi non potranno essere fatti sul campo.