Dia, il bomber laziale che gioca… alla Totti I Il paragone che fa arrabbiare i tifosi di entrambe le sponde del Tevere
L’attaccante senegalese è una delle rivelazioni dell’inizio di stagione della Lazio: il suo ruolo ha però scatenato un inatteso dibattito.
Se il calcio vive anche di mode, almeno dal punto di vista tattico, l’ultima frontiera delle prime battute della Serie A 2024-’25 sembra essere il ritorno a una vocazione offensiva che sembrava essersi definitivamente dissolta, almeno per quanto riguarda il calcio italiano.
La svolta in questione non è legata all’utilizzo di ali offensive o di centrocampisti proiettati agli inserimenti, bensì all’aumento esponenziale del numero degli attaccanti. Il riferimento è alla tattica adottata dagli allenatori di Lazio e Milan, il cui 4-2-3-1 vede nella posizione centrale della linea di trequartisti veri e propri centravanti.
Va detto che Marco Baroni e Paulo Fonseca sono arrivati a individuare tali assetti come i più adatti per il materiale a propria disposizione al termine di percorsi molto differenti. Il tecnico portoghese del Milan ha infatti puntato sul modulo iper offensivo alla vigilia del derby, ovvero quando fosche nubi si erano già addensate sulla propria panchina.
Situazione diversa per l’ex allenatore del Verona, che ha iniziato a lavorare sulla coesistenza dei due centravanti Taty Castellanos e Boulaye Dia sin dall’arrivo a Formello del senegalese ex Salernitana, quindi dagli ultimi giorni d’agosto. In precedenza Baroni aveva lavorato sul 4-3-3 e su un 4-2-3-1 più prudente, che prevedesse un centrocampista offensivo o di inserimento alle spalle dell’argentino.
La Lazio vola con il suo jolly: Boulaye Dia, il tuttofare di Baroni
Baroni aveva già optato con successo per il 4-2-3-1 la scorsa stagione al Verona, valorizzando le caratteristiche offensive dei tanti giocatori arrivati durante il mercato di gennaio e in generale non tradendo la vocazione d’attacco che le squadre del tecnico toscano hanno sempre avuto. L’approdo in una delle squadre più forti della Serie A sembrava il preludio a un “passo indietro”, ma così non è stato.
Il risultato è una squadra che attacca e si diverte a suon di gol realizzati dalla propria coppia di attaccanti. Castellanos e Dia segnano a raffica, con il senegalese che si sta facendo apprezzare tanto come punta centrale in assenza del compagno, quanto come “numero 10”. Un ruolo inedito, quello chiestogli da Baroni, come ha confermato lo stesso giocatore, costretto a calarsi nei panni del trequartista.
Dia alla Totti? tifoserie sul piede di guerra
Insomma, quello del primo scorcio della sua avventura alla Lazio è un Dia “alla Totti”, o per meglio dire “alla Perotta”, ricordando le caratteristiche del centrocampista campione del mondo con l’Italia nel 2006, fondamentale catapulta sulla trequarti per la Roma di Spalletti che reinventò proprio Totti come prima punta.
L’ex numero 10 giallorosso resta però un trequartista, ruolo ricoperto nella prima parte della carriera. Peccato che il parallelo con la posizione di Dia nella nuova Lazio non sia gradito dai tifosi. Da una parte quelli della Lazio, che certo avrebbero gradito un altro paragone rispetto a quello che evoca la leggenda dei cugini. Dall’altro quelli della Roma, poco propensi a vedere avvicinato il proprio simbolo ad un giocatore con caratteristiche diverse e pedigree tecnico ben diverso. Insomma, sul campo la Lazio vola, ma qualche scelta “mediatica” può essere discutibile. Al derby mancano ancora tre mesi, ma il clima è già bollente…