Blitz e arresti ultras: la mafia in curva a Milano I Shock mondiale: associazione per delinquere, arresti a pioggia. E i club?
Non si placa la nuova tempesta che ha travolto il calcio italiano: decapitati i vertici delle due tifoserie e non è ancora finita.
Il ritorno della violenza all’interno e all’esterno degli stadi, il malcostume che non accenna a placarsi di contestare ogni decisione arbitrale. Senza parlare dei minuti di silenzio spesso non rispettati. Per il calcio internazionale, e italiano in particolare, non è stato un inizio di stagione da ricordare.
Purtroppo buona parte gli episodi più disdicevoli stanno avvenendo proprio in Italia. Il movimento nazionale è infatti ancora sotto shock per i gravi incidenti avvenuti a margine del derby di Genova di Coppa Italia. Gli scontri tra le tifoserie non hanno per fortuna provocato vittime, ma fa riflettere che la polizia non sia riuscita ad evitarli nonostante si trattasse di qualcosa di annunciato.
La scure del Giudice Sportivo si è abbattuta su Genoa e Sampdoria, costrette a giocare una partita di campionato a porte chiuse e a stare senza il supporto dei propri tifosi in tre trasferte dei rispettivi tornei. Basterà per placare i delinquenti spiriti di sedicenti tifosi che all’atto pratico portano solo guai alle proprie squadre del cuore?
La preoccupazione si sposta ovviamente anche al campo internazionale, dal momento che ben otto rappresentanti italiane saranno impegnate in questa stagione nelle coppe europee. La speranza è che la situazione non degeneri, dal momento che la Uefa è in prima linea contro la violenza e che il rischio sarebbe quindi quello di andare incontro a punizioni esemplari.
Ultras di Inter e Milan in manette: le accuse
Purtroppo però l’attualità impone di dare spazio ad altre notizie non meno inquietanti, che riguardano l’infiltrazione della malavita all’interno delle tifoserie calcistiche, anche di primo piano. Non si tratta purtroppo di un fatto inedito, ma il quadro portato alla luce dalla Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, dagli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano lascia davvero senza parole.
Sono decine i soggetti sottoposti a misure cautelari, con 16 persone in carcere e tre ai domiciliari decreti di perquisizione emessi, oltre che indagate a vario titolo, quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan. Le accuse più pesanti sono quelle di associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.
Il Gip di Milano: “Società parti lese”
I reati attribuiti agli indagati sono quelli di estorsioni sulla vendita dei biglietti delle partite e pizzo sui parcheggi antistanti lo stadio di San Siro. Nello specifico gli ultras dell’Inter “contribuivano al pagamento delle spese legali per i componenti della Curva Nord indagati per fatti violenti commessi in occasione delle partite o sottoposti a Daspo”. Portata alla luce anche un’”alleanza” tra le curve degli ultrà interisti e milanisti nei traffici illeciti anche con infiltrazioni della ‘ndrangheta, oltre a un patto di non belligeranza tra le due fazioni per depistare l’attenzione delle forze dell’ordine e proseguire le presunte attività criminali, che avrebbero avuto come vittime anche gli ambulanti di San Siro.
Non risultano indagati all’interno delle dirigenze. I pur ripetuti colloqui tra i dirigenti dell’Inter e i capi ultras e tra gli stessi e il tecnico dei nerazzurri Simone Inzaghi non costituiscono materiale sui quali gli inquirenti stanno indagando. Anzi, secondo l’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro che “la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”