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Inter, che perdita: ma non in campo | Buco di bilancio, ma allora perché sorridono? Oaktree sa la risposta

Oaktree - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Oaktree – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

All’amarezza per il ko nel derby i campioni d’Italia affiancano numeri societari che fanno riflettere: nuovo management al lavoro.

Perdere il primo derby della propria “carriera” è un’esperienza piuttosto spiacevole. Che si tratti di giocatori, allenatori o presidenti. La sfida contro la squadra della stessa città è per tradizione la più attesa dell’anno, una delle prime la cui data si va subito a sbirciare appena vengono diramati i calendari della nuova stagione.

Se poi la stracittadina in questione è quello di Milano, l’importanza della partita raddoppia. Si sta infatti parlando dell’unica città insieme a Manchester che può vantare entrambe le proprie squadre nell’albo d’oro della Coppa Campioni/Champions League, ma sicuramente di quella di maggior tradizione, dal momento che la città inglese deve questo primato alla recente crescita del City.

Nessun derby in Europa come quello di Milano mette quindi di fronte ogni anno due squadre che almeno in avvio del campionato puntano a lottare per la vittoria dello scudetto. Per questo ogni derby della Madonnina porta con sé un carico di attesa ed emozioni particolari. Chissà se sarà andata così anche per i vertici di Oaktree, il fondo statunitense che lo scorso giugno ha rilevato l’Inter dal gruppo Suning.

Alejandro Cano e Katherine Ralph sono i rappresentanti di Oaktree incaricati di seguire da vicino le vicende dell’ultimo “ingresso” all’interno del gruppo. Ralph, in particolare, era anche presente al derby del 22 settembre, seduta al fianco di Beppe Marotta, presidente e amministratore delegato sport, e dell’ad corporate Alessandro Antonello.

Oaktree, il primo derby è amaro: spezzata una lunga tradizione positiva

Il vernissage non è stato però da ricordare. Il 2-1 finale per il Milan ha interrotto la serie di sei vittorie consecutive dell’Inter nel derby rovinando la prima di Oaktree. Una delusione anche sul piano “storico”, se è vero che nessuna delle ultime quattro gestioni nerazzurre aveva perso la prima stracittadina.

Non era accaduto a Ernesto Pellegrini (0-0 nel 1984), a Massimo Moratti (3-1 nel ’95), a Erick Thohir (0-0 nel 2013) e neppure agli Zhang (2-2 nel 2016). I motivi per sorridere comunque non mancano per i nuovi padroni del vapore nerazzurro e arrivano dai numeri societari. Il rinnovato Cda dell’Inter ha infatti approvato il bilancio al 30 giugno 2024 con un perdita che fa segnare una sensibile riduzione.

Inter - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Inter – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Inter, i sorrisi arrivano… fuori dal campo: fatturato record e bilancio verso il pareggio

Nel dettaglio il segno meno si è attestato sui 36 milioni, rispetto agli 85 dell’esercizio precedente. Un dato incoraggiante, sia in assoluto, in un’era nella quale sempre più club fanno segnare rossi in aumento, sia nel caso specifico, dal momento che da anni ormai la società nerazzurra ha avviato un piano virtuoso dopo le criticità vissute con Suning dopo lo scoppio della pandemia. “L’obiettivo è combinare sostenibilità finanziaria e successo sportivo” si legge nella nota diramata dal club. In sostanza il sospirato break even è virtualmente raggiunto, dal momento che i 36 milioni rappresentano la cifra di interessi versata per il bond in scadenza nel febbraio 2027.

Il “merito” di tutto ciò è dell’aumento del fatturato, che a quota 473 milioni ha fatto registrare un record storico, con un +48 milioni di ricavi rispetto all’anno prima e costi di produzione pressoché stabili a 464,5 milioni, ma anche della ricapitalizzazione di 47 milioni effettuata proprio da Oaktree Capital Management. Un segnale che denota “l’impegno verso il raggiungimento della stabilità finanziaria ed operativa”, riporta la nota. Fondamentale anche la chiusura “in sostanziale equilibrio” dell’ultima sessione di calciomercato, oltre che l’avvento di nuove partnership “che confermano l’appeal internazionale del brand Inter”, dopo le tribolazioni delle ultime due stagioni legate agli sponsor. I conti quindi ancora non sorridono, ma la linea positiva è tracciata. E, almeno a livello societario, conta più di un derby d’esordio andato male…