Alcaraz continua a spararle a raffica: dobbiamo intervenire subito o sarà troppo tardi
A poche settimane dagli ultimi due appuntamenti top della stagione, il numero 3 del mondo non si dà pace: le nuove accuse fanno rumore.
I due Slam centrali della stagione in bacheca, utili per riempire una bacheca già da record in quanto a Major ad appena 21 anni, ma anche altrettanti passaggi a vuoto negli altri due tornei principali dell’anno, quelli d’apertura e di chiusura del programma principale.
Questo è il bilancio del 2024 di Carlos Alcaraz. Il talento di Murcia chiuderà l’anno solare al terzo posto del ranking, alle spalle di Jannik Sinner e di Novak Djokovic. Un piazzamento che non lo può soddisfare appieno alla luce del proprio potenziale e dei numeri sopra indicati. Portare a casa il 50% del computo degli Slam e trovarsi “solo” in terza posizione rappresenta infatti una parziale contraddizione.
In realtà i due acuti al Roland Garros e a Wimbledon rappresentano gli unici della stagione di Carlitos, che è riuscito ad aggiungerci solo un altro titolo, quello di Indian Wells, dopo aver battuto Daniil Medvedev in finale e Sinner in semifinale. Contro i sei conquistati da Sinner. Per il resto la stagione di Alcaraz è stata all’insegna di qualche inattesa battuta d’arresto di troppo, a partire dal blackout al secondo turno a Flushing Meadows, oltre che da qualche noia di natura fisica.
Tra gli addetti ai lavori è ricorrente il timore che Alcaraz rischi di dover fare i conti per buona parte della propria carriera con questa serie di alti e bassi nel rendimento e nella continuità all’interno di una stagione. Un potenziale problema per un campione in possesso di una varietà di colpi e di un talento senza eguali nel circuito, nonché già detentore di diversi record di precocità.
Alcaraz attacca ancora: la “battaglia” contro l’ATP prosegue
Stiamo infatti parlando del più giovane di sempre ad essere diventato numero 1 del ranking, oltre che dell’unico tennista della storia ad aver vinto i primi tre titoli Slam su altrettante superfici diverse. Alcaraz approfondirà la situazione insieme al proprio gruppo di lavoro già durante l’inverno, quindi dopo che sarà alle spalle questa lunghissima stagione che ancora lo attende protagonista alle ATP Finals oltre che alle Final Eight di Coppa Davis.
In cuor proprio, tuttavia, il due volte vincitore di Wimbledon sembra aver già individuato nel calendario troppo fitto la causa principale del proprio andamento sinusoidale. Alcaraz aveva lanciato l’allarme lanciato già a margine della Laver Cup: “Dobbiamo fare qualcosa prima che il programma ci uccida” le parole di Carlos. Una contro risposta piuttosto sibillina a Sinner, che in proposito si era espresso in termini ben diversi.
Alcaraz-Sinner, rivalità infinita: botta, risposta e contrattacco sul ‘caso calendario’
Pur rilevando l’elevatissimo numero di impegni che affollano il calendario tennistico, l’altoatesino non era parso troppo preoccupato, rimarcando come, eccezion fatta per l’esiguo numero di tornei obbligatori, ogni tennista è libero di crearsi il proprio calendario: “Se non si vuole giocare un torneo basta non iscriversi” lo Jannik-pensiero.
Si tratta in sostanza di due concetti che viaggiano in parallelo senza essere in antitesi e che non negano l’evidenza di un problema che non sembra al momento essere avvertito come tale dall’ATP. Fatto sta che Alcaraz, informato della replica di Sinner, è tornato su questo scottante tema a pochi giorni dal via del China Open, che sarà il 15° torneo del suo 2024. Lo ha fatto senza citare direttamente il rivale, ma rivelando di aver raccolto il consenso di molti colleghi: “Dobbiamo parlarne tra di noi e dobbiamo fare qualcosa. Il programma è troppo serrato dalla prima settimana di gennaio fino all’ultima di novembre”. Appuntamento al prossimo botta e risposta. Magari durante le vacanze, dopo essersi sfidati a Torino e Malaga…