San Siro, è addio: Milan e Inter ai saluti, scaduti tutti i tempi. I due club ora devono trovarsi un posto dove giocare
Nessun ripensamento in vista per i due club, ma il futuro dello stadio più carico di storia e titoli del calcio italiano resta incerto.
Prima città con due squadre capaci di vincere il trofeo, impresa riuscita già nel 1964, appena alla nona edizione, e eguagliata da Manchester solo nel 2023 grazie al successo del City proprio sull’Inter, la Milano calcistica lega il proprio nome a doppio filo alla storia della Coppa Campioni/Champions League anche grazie alle quattro finali ospitate a San Siro.
In questo caso il primato è appannaggio di Wembley, che è stato fino ad oggi teatro di ben otto ultimi atti della competizione, comprendendo quelle disputatesi prima e dopo i profondi lavori di ristrutturazione iniziati nel 2007 e durati quattro anni. L’impianto milanese occupa però il secondo posto, alla pari di altri stadi monumento come l’Olimpico di Roma, il Bernabeu di Madrid e l’Ernst Happel di Vienna, ex Prater.
Purtroppo, però, il vecchio Meazza ha perso l’occasione di staccarsi da solo al secondo posto di questa speciale classifica dopo che la Uefa ha deciso di revocare a Milano l’assegnazione della finale 2027. Impossibile, secondo Nyon, pensare di organizzare un evento così importante senza la certezza che per quella data lo stadio non sia interessato da lavori.
Già, perché il futuro dell’impianto di San Siro è ancora tutto da scrivere. Avverbio quanto mai d’uopo dal momento che il tormentone legato alla nuova casa di Inter e Milan si trascina da tanto, troppo tempo. Tra passaggi di proprietà e relative variazioni dei punti di vista, ciò che non è mai cambiato nei quartieri generali rossonero e nerazzurro è la certezza che per avvicinarsi ai top club europei serva una “casa” moderna e funzionale.
Inter e Milan, il progetto stadio non decolla: ma l’addio a San Siro è deciso
Entrambe le parti avrebbero già individuato le rispettive sedi dove far sorgere i nuovi stadi, San Donato per il Milan e Rozzano per l’Inter, ma l’alba dell’inizio dei lavori è ancora lontana. Anzi da qualche settimana ha ripreso quota l’ipotesi di una nuova casa in comune, da far sorgere accanto al Meazza. Sì, perché l’unica certezza è che i due club non sono interessati a ristrutturare lo stadio esistente. Il progetto WeBuild non piace, punto e a capo. Questione di costi, di opportunità e di rapporti con la pubblica amministrazione, non sempre idilliaci. E per lo stesso motivo non saranno presentati progetti alternativi.
Fatto sta che quello che è un vero e proprio monumento della storia italiana dovrà dire addio ai derby, alle super sfide di campionato e quindi pure alle finali di Champions. Quella del 2016, beffardamente un derby tra Real Madrid e Atletico, è destinata a restare l’ultima, perché nel futuro di San Siro sembra esserci… la musica.
Dal calcio ai concerti: il sindaco di Milano si sbilancia sul futuro del Meazza
Ad anticiparlo è stato il sindaco di Milano Beppe Sala che, intervenuto a margine dell’evento “La Grande Milano. Dimensione Smart City” ha mandato un messaggio molto chiaro a RedBird e Oaktree, le proprietà di Inter e Milan: “Il contratto di affitto di Inter e Milan per San Siro ha una scadenza per giugno del 2030. Se decidono di realizzare i loro stadi a San Donato e a Rozzano non possiamo parlare di rinnovo e noi dovremo cercare di vendere San Siro ai grandi promoter dei concerti”.
Dopo essere tornato sul caso finale 2027 (“Sono stato io stesso a interloquire con la Uefa, non si poteva fare diversamente”), Sala ha ricordato l’importanza storica e architettonica dello stadio: “Non possiamo rischiare di creare un danno a un bene della comunità. Se poi lo vorranno ristrutturare saremmo tutti felici”. L’ipotesi sembra però più che remota. Al massimo, il Meazza dovrà essere rifunzionalizzato, qualora la nuova casa rossonerazzurra sorgesse al suo fianco.