Che batosta: è ufficiale, tutti l’aspettavano ma niente da fare: questa Champions non si giocherà più
Tifosi e addetti ai lavori si dividono sul nuovo formato della competizione, ma l’Uefa guarda avanti e prende una decisione clamorosa.
La nuova Champions League ha preso il via lo scorso 17 settembre, in un giorno destinato a restare nella storia del calcio. Se nel bene o nel male lo si capirà tra qualche tempo. In verità per… gli scaramantici e per qualche nostalgico il verdetto è già scritto. Parere opposto, va da sé, è invece quello dei vertici dell’Uefa.
La formula con i gironi eliminatori era in essere dal 1991, pur essendo stata sottoposta a diverse modifiche nel corso degli anni. Tra queste va ricordata quella della doppia fase a gironi, in vigore solo dal 1999 al 2002, prima che dall’anno successivo si arrivasse alla formula utilizzata fino al termine della scorsa stagione, con otto gironi da quattro squadre e la promozione delle prime due agli ottavi di finale.
Quel 1999 fu un anno di svolta per il calcio europeo, con l’abolizione della Coppa delle Coppe e la prima trasformazione della Champions in direzione… Superlega. Le federazioni più importanti d’Europa ottennero infatti la possibilità di iscrivere quattro squadre e l’introduzione del secondo girone fece aumentare il numero delle partite da disputare.
Una rivoluzione non troppo diversa da quella attuata quest’anno, con un ulteriore aumento delle gare in calendario da un minimo di due garantito ad un massimo di quattro per chi dovrà disputare i playoff a febbraio. Tale svolta ha avuto una lunga gestazione negli uffici di Nyon, vedendo la luce, non a caso, poco dopo che il pericolo Superlega si era di nuovo affacciato all’orizzonte, questa volta in maniera ben più minacciosa, nella primavera 2021.
La nuova Champions è già nel futuro: ma la finale diventa un caso
È la legge del calcio business. Quella che rende più ricchi i conti delle società marcando una differenza sempre più netta tra chi partecipa alla super Champions e chi ne è fuori, ma anche quella che mette a repentaglio la salute dei calciatori, costretti a giocare troppo e ad allenarsi sempre meno. La macchina dell’Uefa però non si ferma e anzi continua a guardare avanti. Anzi molto avanti, come ha imparato il calcio italiano a proprie spese.
La finale della prima edizione della nuova Champions si terrà a Monaco di Baviera il prossimo 31 maggio. Un anno dopo Euro 2024, quindi, la Germania sarà ancora il centro del mondo calcistico, seppur per una notte. L’anno successivo invece la Coppa sarà assegnata alla Puskas Arena di Budapest per quella che sarà una prima volta assoluta. Quanto alla finale 2027, invece, regna il mistero più fitto dopo la revoca dell’assegnazione a San Siro.
La Uefa toglie a San Siro la finale Champions 2027: tutti gli scenari
La Uefa ha ufficializzato la propria decisione nella giornata di martedì 24 settembre, cancellando quanto deciso lo scorso maggio. Il motivo di quella che per il calcio italiano non è comunque una doccia fredda, essendo il provvedimento nell’aria da tempo, è legato al fatto che il Comune di Milano non ha potuto garantire che San Siro e i suoi dintorni non saranno interessati dai lavori di ristrutturazione durante i giorni della finale Champions 2027.
Il tutto proprio mentre è tornata d’attualità l’ipotesi, lanciata congiuntamente da Inter e Milan, di dare vita ad un nuovo stadio accanto al Meazza da rifunzionalizzare. Considerando che nulla potrà cambiare fino al febbraio 2026, quando San Siro sarà teatro dell’inaugurazione dei Giochi di Milano-Cortina, la tempistica è apparsa chiara al punto che la situazione di incertezza era stata presentata direttamente da Palazzo Marino alla Figc, che ha a propria volta informato la Uefa. Il passo successivo è stato quindi inevitabile. A febbraio 2025 Nyon riassegnerà la finale di Champions 2027 e tra le candidate potrebbe esserci Roma. Al sicuro invece la presenza di San Siro tra gli stadi che ospiteranno Euro 2032, che sarà organizzato da Italia e Turchia.