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Zitto e lavora: se lo dice da solo e non vuole mollare proprio ora, nel momento peggiore | Numeri impietosi

Stadio - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Stadio – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Il campionato di Serie A è iniziato da appena un mese, ma una grande è già in crisi insieme al proprio leader: la classifica è schiacciante.

La premessa è d’obbligo. Le squadre di Simone Inzaghi non volano a settembre. O quantomeno non hanno sempre avuto percorsi immacolati, almeno da quando il tecnico piacentino siede (si fa per dire…) sulla panchina dell’Inter. Obiezione accolta? Sì, ma con riserva.

Serviranno infatti numerose altre “prove”, oltre a una ripartenza immediata, per togliere dalla testa del popolo nerazzurro e degli osservatori che il rovinoso ko contro il Milan sia solo l’ultimo indizio dell’inizio di una stagione di sofferenza.

Un anno fa di questi tempi dopo cinque vittorie consecutive la prima sconfitta era in arrivo. Anche in quel caso a San Siro e non nel derby, stropicciato due settimane prima nello storico derby del 5-1, bensì contro il Sassuolo. Si sarebbe trattato del classico incidente di percorso in un’annata perfetta, almeno in Italia. Dodici mesi dopo l’orizzonte è cambiato del tutto.

Mai l’Inter del dopo Conte aveva messo insieme solo otto punti in cinque partite, neppure nel 2022, l’anno dello scudetto del Diavolo, quando le sconfitte dopo 450 minuti erano già due. E mai il suo leader e capitano, Lautaro Martinez, si era ritrovato a quota zero gol dopo alla quinta giornata. Tra l’inattesa crisi del Toro e le impreviste difficoltà dei nerazzurri c’è un legame ovviamente diretto e consequenziale. E il 10 di Bahia Blanca è il primo a saperlo.

Inter, Lautaro si è smarrito: i numeri da incubo del Toro

Reduce dal titolo di capocannoniere in Serie A con 24 gol e dall’estate della consacrazione in nazionale grazie al gol decisivo nella finale di Copa America contro la Colombia, Lautaro è alle prese con un ritardo di condizione prevedibile e annunciato, che ne sta però condizionando le prestazioni oltre ogni immaginazione, al punto da aver iniziato dalla panchina ben due partite, compreso il super debutto in Champions League contro il Manchester City.

I numeri certificano come il capitano dell’Inter non era mai stato senza segnare per le prime quattro giornate di campionato disputate. Neppure il primo anno quando, sotto la gestione Spalletti, la maglia da titolare dovette conquistarsela, trovando però il primo gol in A contro il Cagliari alla settima giornata, terza presenza e seconda da titolare.

Lautaro Martinez - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Lautaro Martinez – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Lautaro Martinez: la crisi di un leader che vuole riprendersi l’Inter

Nel derby Martinez ha quantomeno sbloccato il proprio tabellino, firmando il primo assist stagionale per l’illusoria rete di Dimarco. Lauti è però il primo a sapere che questo non può bastare e non sarebbe bastato neppure se Gabbia non avesse castigato Sommer e contro il Milan fosse finita in parità. Inzaghi nel post partita è stato duro con sé stesso e con la squadra, pur senza fare nomi, ma si aspetta ovviamente di più dal proprio capitano.

Dopo stagioni all’insegna di un continuo crescendo i tifosi sanno di non poter eccedere con le critiche nei confronti di Martinez dopo appena un mese negativo, con le attenuanti sopra citate. È però lo stesso numero 10 il primo ad essere severo con sé stesso. Sguardo corrucciato in campo, ma atteggiamento da vero leader, che non se la prende con i compagni e neppure si lascia andare a segnali di nervosismo. Il passaggio da campioni a fuoriclasse impone anche di superare momenti come questi. Le modalità scelte per provarci sembrano le migliori.