“L’abbiamo fatto per vincere trofei”: dichiarazioni shock dei Friedkin su De Rossi | Non parlano mai, ma il comunicato gela tutti
Una settimana dopo l’esonero dell’ex capitano, i proprietari della Roma tornano sui motivi della propria decisione: tifosi furibondi.
Tanto tuonò, che l’Olimpico si svuotò. Ovviamente si tratta di un’estremizzazione del concetto, ma la prima partita dell’era Juric in casa Roma è destinata a passare alla storia per il dato sugli spettatori paganti, prima ancora che per la larga e convincente vittoria dei giallorossi.
Dopo 58 partite sold out di fila tra campionato e coppe, infatti, il fortino della Roma ha presentato contro l’Udinese qualche spazio vuoto sugli spalti. Il riferimento non è alla protesta dei componenti della Curva Sud, entrati con 30 minuti di ritardo per protesta contro l’esonero di Daniele De Rossi, bensì ai biglietti rimasti invenduti.
L’”evento” era previsto già da qualche giorno ed è la diretta conseguenza della settimana tribolata vissuta a Trigoria dopo l’inatteso allontanamento dell’ex capitano dalla panchina, 48 ore dopo il pareggio di Genova. L’intera gestione Mourinho e quella, assai più breve, di DDR erano state accompagnate dal calore dei tifosi, presenti in massa in ogni occasione, dai derby ai big match fino alle sfide con le ultime in classifica.
Il trattamento riservato ad una delle bandiere più amate sembra quindi aver rappresentato un punto di non ritorno nei rapporti tra il tifo romanista e la famiglia Friedkin. A Dan e Ryan la gens giallorossa, oltre che il mancato rispetto di totem come lo Special One e lo stesso De Rossi, diversi, ma ugualmente totalizzanti, muove anche l’accusa di un assenteismo eccessivo e soprattutto di un silenzio assordante.
Caos Roma, i Friedkin tornano sull’esonero di De Rossi: “La scelta migliore per il club”
I comunicati con i quali sono stati sollevati dalla panchina il tecnico portoghese e l’ex centrocampista non piacciono ad una delle tifoserie più calde d’Italia, che chiede spiegazioni. Ebbene queste sono arrivate, seppur non “live”, bensì con un altra fredda nota, giunta però con tempistiche inattese, all’indomani delle dimissioni della Ceo Lina Souloukou.
Nel tardo pomeriggio di lunedì 23 settembre, infatti, la famiglia Friedkin è intervenuta per spiegare le ragioni dell’esonero di De Rossi, proprio nelle ore in cui veniva ufficializzato l’acquisto dell’Everton: “Ci teniamo a dire questo: nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una carriera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà alla Roma. Separarsi da lui è stata una decisione difficilissima, ma l’abbiamo presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione”.
Roma, resta il gelo tifosi-Friedkin: il comunicato accresce la rabbia del popolo giallorosso
Parole importanti e inattese, che però non possono che suscitare qualche interrogativo all’interno dell’ambiente Roma. Il passaggio chiave è quello nel quale i Friedkin sottolineano la stima nei confronti del De Rossi allenatore, salvo poi specificare di vedere il suo esonero come indispensabile per cercare di arrivare quest’anno ai risultati sperati.
Una sostanziale contraddizione in termini, che di fatto non chiarisce le vere ragioni della decisione, lasciando aperte tutte le ipotesi, compresa quella maggiormente accreditata poche ore dopo lo strappo e riguardante divergenze di vedute sulla campagna acquisti e soprattutto incompatibilità con la stessa Lina Souloukou. Insomma, il tanto atteso intervento dei proprietari non sembra aver placato l’insoddisfazione dei tifosi romanisti, ai quali non resta che rimanere aggrappati a quel “magari un giorno Daniele tornerà alla Roma”. Secondo De Rossi si tratta di un’ipotesi lontana e remota. La stessa speranza di Ivan Juric…