“Milan, mi hai demoralizzato”: il tecnico si sfoga con dolore, viene fuori tutto in diretta TV I Non ci sono più appelli
La notte da incubo contro il Liverpool ha lasciato scorie pesanti nel pianeta rossonero: squadra in disarmo, il grande ex non si dà pace.
Tre minuti per illudersi e altri 30 per prendere coscienza di una partita che si era ribaltata, non solo dal punto di vista del risultato. Il vero problema, però, sono stati i rimanenti 60, trascorsi all’insegna di un’ineluttabilità che ha spiazzato tutti. Tifosi, addetti ai lavori e forse anche avversari.
La prima notte della nuova Champions League per il Milan è parsa molto simile ad un incubo, ma purtroppo per il popolo rossonero non c’è stato il classico risveglio di soprassalto in piena notte, seguito dal conforto di chi aveva constatato che non c’era nulla di vero. La “notizia” migliore della serata è paradossalmente il risultato, che sarebbe potuto essere molto peggiore a favore del Liverpool.
Due traverse e un paio di parate di un Maignan già a mezzo servizio hanno evitato una disfatta storica, che però ha comunque preso forma nella sostanza. Il mood dominante tra i tifosi e chi segue quotidianamente la squadra è stato uno solo: “Perdere contro una squadra più forte si può, ma non così”. Senza reagire né sul piano tattico, né su quello nervoso.
È come se il Milan avesse placidamente accettato la propria inferiorità. Da qui la reazione vigorosa della tifoseria, che nei minuti finali della partita ha usato quella voce spesa in precedenza per sostenere la squadra nel megafono di un tribunale di pubblica inquisizione, prendendosela proprio con la mancanza di carattere palesata dai giocatori.
Crisi Milan, tutti colpevoli: il grande ex non ha pietà
In serate così sono tutti colpevoli senza distinzioni, ma qualcuno lo è inevitabilmente più di altri. I giocatori più rappresentativi, e più pagati, sulla carta, ma purtroppo spesso solo lì, anche i più carismatici. E ovviamente l’allenatore, messo spalle al muro dall’incapacità di trovare contromisure e dall’impreparazione palesata dalla squadra sulle palle inattive.
Paulo Fonseca rischia di essere già un uomo solo, senza appigli. Neppure il calendario lo è, o meglio lo è stato solo per tre giorni, avendogli offerto il morbido Venezia come ciambella di salvataggio. Troppo poco però per arginare un mare in tempesta, come osservato anche da chi in rossonero ha vinto tutto. Come Fabio Capello, oggi apprezzato opinionista Sky, rimasto senza parole nell’osservare dalla tv l’impotenza del povero Diavolo: “Stasera mi sento affossato e demoralizzato stasera avendo visto questo Milan incapace di reagire” la sentenza di Don Fabio dagli studi tv.
Da Leao al caso Ibrahimovic: Fabio Capello analizza i guai del Milan
La prima analisi non può che essere tattica, con bocciature per tutti. Dai nuovi arrivati ai presunti leaders: “I due centrali non hanno avuto il coraggio di fare un passaggio o di condurre un’azione da dietro. Senza coraggio non si va da nessuna parte. Giocano tutti, ma non c’è nessun leader”. Leao ha deluso ancora una volta in una notte chiave, ma Capello prova a cercare attenuanti per il portoghese: “Leao a volte è indisponente – ha aggiunto il tecnico in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ – Però è l’unico che fa cose diverse. Il problema è che martedì la prima palla gliel’hanno data dopo 20 minuti”.
Il futuro non può che spaventare, sia per quanto visto e non visto sul campo, sia per la poca chiarezza che traspare in società. L’unico a parlare è infatti Zlatan Ibrahimovic, sul cui ruolo nessuno sembra avere le idee chiare a parte il diretto interessato, protagonista di un discusso siparietto in tv nel pre-partita: “Vi dico la verità, ho molta poca fiducia in questo Milan – ha concluso Capello, uno che Ibra lo conosce bene – Ho sentito Zlatan dire che è il boss: se è così qualche responsabilità sul mercato ce l’ha anche lui…”.