Pietrangeli, non molla la presa su Sinner, la nuova confessione fa (ancora) discutere: “Lo deve sapere”
Jannik Sinner ha messo la propria firma sul primo e sull’ultimo capitolo tennistico del 2024. Almeno a livello di Slam. I trionfi agli Australian Open e agli US Open, seppur giunti al termine di finali molto differenti, hanno certificato come il fuoriclasse di Sesto Pusteria sia il più forte per distacco sul veloce.
In sette mesi la carriera e la vita di Sinner sono cambiati. Se infatti quello di Melbourne è stato un successo quasi da outsider, a Flushing Meadows Jannik si era presentato da testa di serie numero 1 e da numero 1 del mondo, oltre che con due 500 e altrettanti Masters 1000 messi in bacheca in una stagione memorabile.
Stagione nella quale non sono tuttavia mancati i momenti difficili, dagli infortuni alle sconfitte dolorose, fino al controverso caso doping non ancora messo completamente alle spalle. L’azzurro ha però mostrato di avere una forza morale e una solidità caratteriale pari se non superiori al proprio talento. Qualità che, complice l’aiuto del proprio staff, gli hanno permesso di vincere a New York pur senza esprimere il proprio miglior tennis.
Nell’ultimo Slam della stagione, infatti, Sinner è tornato a mostrare qualche titubanza di troppo al servizio, il fondamentale che l’ha visto crescere di più negli ultimi 12 mesi, senza tuttavia pagare dazio, complice una capacità quasi unica di gestire al meglio le fasi più difficili del match e di non sbagliare i punti che contano.
Pietrangeli-Sinner, la storia infinita: “Un record non potrà togliermelo”
In tanti si chiedono come sarebbe stata la stagione di Jannik senza l’infortunio all’anca che lo ha condizionato a Parigi e senza lo spettro del caso doping che ha influito sulla seconda parte di stagione. Ma dall’altra parte ci si chiede anche come sarebbe finita agli US Open se Djokovic e Alcaraz non fossero stati eliminati nei primi turni. Domande alle quali non ha una risposta il più forte tennista italiano dell’era pre Open, che non ha potuto che inchinarsi alla classe di Jannik.
Intervistato dall’Adnkronos, Nicola Pietrangeli ha dichiarato che “Jannik Sinner adesso è il più forte di tutti. Quando sta bene è imbattibile, forse solo Alcaraz può metterlo in difficoltà”. Il due volte vincitore del Roland Garros è poi tornato sulla presunta rivalità con l’altoatesino, prima tuttavia di riservargli una frecciata: “Non sono invidioso di Jannik, non lo sono mai stato, come qualcuno ha scritto. Gli auguro di battere tutti i miei record e sono sicuro che ce la farà, a parte quello delle presenze e delle vittorie in Coppa Davis. Oggi si giocano molte meno partite in questa competizione”.
Sinner e la rinuncia a Parigi 2024: Pietrangeli va all’attacco
Pietrangeli è infatti il giocatore che ha giocato più gare (164) e ne ha vinte di più (120) tra singolare e doppio nella storia della Davis, torneo che lo ha visto trionfare da capitano non giocatore dell’Italia nel 1976. Il 2024 di Sinner non è stato però impreziosito dalla partecipazione a Parigi 2024. Jannik teneva a quest’appuntamento, ma si è dovuto arrendere ad una tonsillite.
Pietrangeli, che nel 1968 vinse il bronzo a Città del Messico, quando però il tennis era sport dimostrativo, non nasconde il proprio rammarico per non aver visto Sinner ai Giochi: “Io avrei fatto di tutto per giocare le Olimpiadi. Di Slam se ne possono giocare quattro all’anno, per i Giochi dovrà aspettare il 2028″, ha concluso la leggenda del tennis italiano.