È morto Totò Schillaci: addio all’eroe delle Notti Magiche
Il calcio italiano dice addio all’eroe delle Notti Magiche di Italia ’90. Salvatore Schillaci, per tutti Totò, è infatti morto all’ospedale di Palermo, dove era ricoverato dallo scorso 7 settembre a causa del precipitare delle sue condizioni di salute.
Colpito da tumore al colon, era stato operato per due volte negli scorsi anni. Fatale una recidiva e una polmonite, che ha complicato un quadro clinico già delicato. Avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 1° ottobre.
Il calvario ha avuto inizio nel 2022: in tumore al colon, per cui era stato operato per due volte. Fatale una recidiva e una polmonite, che ha complicato un quadro clinico già delicato.
Avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 1° ottobre. Lascia la moglie Barbara e tre figli, Mattia, Jessica e Nicole.
Addio a Totò: lo piange tutto il mondo del calcio
E ora, Gianluca e Totò, passatevi il pallone in cielo. Ci sono due immagini più di altre che nel giorno della scomparsa di Schillaci rattristano e colpiscono gli appassionati di calcio. In particolare quelli che hanno vissuto da cronisti o da giovani tifosi il sogno del Mondiale ’90. Perché se Totò è stato la sorpresa di quell’estate non finita in gloria, la forza di quell’Italia è stata il gruppo. Tutti uniti per raggiungere un solo obiettivo.
Veterani come Gianluca Vialli e rivelazioni, come Schillaci, che deve due dei sei gol con i quali si laureò capocannoniere proprio al collega di reparto. Anch’egli classe ’64, anch’egli scomparso beffardamente a 59 anni, vinto da un male incurabile. Contro l’Austria, nella gara d’esordio dell’Italia, Schillaci, appena entrato al posto di Carnevale, gira in rete un bel cross dalla destra proprio di Vialli e decide il match.
Mentre nella semifinale contro l’Argentina Totò fu felino nel ribadire in rete una corta respinta di Goycoechea su tiro di Gianluca. Due flash, due esultanze incredule con quegli occhi spiritati entrati subito nella leggenda. Due immagini che rappresentano i punti più alti della carriera.
La carriera di Schillaci: l’esplosione nel mondiale delle ‘notti magiche’
Una carriera che lo ha visto indossare solo tre maglie di squadre italiane, Messina, Juventus e Inter, oltre a quella dell’Amat Palermo, dove è cresciuto giocando per le strade della propria città, e che lo ha visto esplodere tardi. L’approdo in A arriva infatti solo a 25 anni, nel 1989. Il Messina di Zeman è l’ideale per mettersi in mostra, così dopo l’anno da capocannoniere in B con 23 gol ad accaparrarselo è la Juventus. I bianconeri sognano di rinverdire la tradizione degli attaccanti saliti dal Sud e capaci di far fortuna a Torino, che aveva già avuto un eccellente interprete in Pietro Anastasi.
Intuizione felice: 21 gol tra tutte le competizioni con Dino Zoff in panchina, coppia da sogno con Roby Baggio, che rivedremo al Mondiale, Coppa Italia e Coppa Uefa in bacheca e volo diretto verso il Mondiale che ogni calciatore può sognare, quello da giocare in casa, pur essendo entrato nel giro azzurro solo da pochi mesi. La classica storia del predestinato e infatti il magic moment proseguirà per tutta l’estate, o meglio fino alla semifinale stregata contro l’Argentina. Il tempo per timbrare anche nell’amara finale per il 3° posto contro l’Inghilterra e per il 2° posto nel Pallone d’Oro, poi più nulla sarà come prima.
Totò è ancora giovane, ma la magia non si ripeterà più, né in bianconero, né dopo il passaggio all’Inter. Per rilanciarsi c’è bisogno del coraggioso salto in Giappone, nel 1994, in un’epoca nella quale i trasferimenti di calciatori italiani oltre oceano erano una rarità. Scommessa vinta a suon di gol e Totò diventa un idolo in Giappone. Poi il ritiro e il progressivo scemare della notorietà. Schillaci, capace di ricostruirsi una vita in seconde nozze con Barbara Lombardo, dopo il divorzio da Rita Bonaccorso, non ne fa un dramma. I salotti tv non fanno per lui, eccetto la parentesi de L’Isola dei Famosi.
Meglio dedicarsi ai giovani del centro sportivo “Louis Ribolla” a Palermo. Dalla sua accademia in 24 anni sono usciti tanti professionisti, tra i quali il nipote Francesco Di Mariano, oggi al Palermo. Magari quella scuola calcio prenderà presto il suo nome. Ma intanto Totò avrà già riabbracciato l’amico Gianluca. Eterne Notti Magiche.