Milan, la guerra interna continua: fuori dal progetto, si allenano da soli. Fonseca non vuole vederli neanche in cartolina
Non bastasse il deludente inizio di campionato, in casa rossonera scoppiano due scottanti casi di mercato: cosa può succedere.
C’è chi dice no e c’è chi si piega in extremis, magari dopo un sottile gioco di equilibrismo volto a considerare tanto il lato economico, quanto quello professionale. Vasco Rossi non c’entra, perché la citazione musicale concerne il mercato calcistico e le sue variabili in prossimità della chiusura della sessione.
Victor Osimhen alla fine non ha detto no. Alla possibilità di lasciare Napoli e soprattutto di continuare a sentirsi un calciatore. L’offerta del Galatasaray è stata accettata dal nigeriano, seppur solo dopo che lo stesso centravanti e il proprio entourage sono riusciti a modellarla a proprio piacimento, tra ingaggio garantito fino all’ultimo centesimo e invitante clausola di uscita.
Vivere almeno sei mesi da spettatore a Napoli, benché pagatissimo, avrebbe nociuto al proseguimento della carriera di un giocatore ancora giovane e in ascesa. Ok, il bonifico sarebbe arrivato ogni fine mese, ma con quali prospettive? Nel calcio moderno restare ai margini anche per pochi mesi significa perdere appeal e pure potere contrattuale.
Meglio quindi rilanciarsi in un campionato meno competitivo, ma comunque con la vetrina delle coppe, piuttosto che voler vincere a tutti i costi un braccio di ferro che non si è comunque concluso di certo con il nigeriano sconfitto.
Da colpo di mercato a fuori rosa: Origi-Milan ai ferri corti
C’è però anche chi dice no a tutte le proposte pervenute, se ritenute poco convincenti sul piano tecnico ed economico. Il Milan ne sa qualcosa, ritrovandosi a pochi giorni dalla fine della sessione estiva di mercato in tutto il mondo con due esuberi ancora a libro paga, nonché “vaganti” per i campi di allenamento. I nomi sono quelli di Fodé Ballo-Touré e di Divock Origi, fuori dal progetto tecnico e societario, ma ancora tesserati per i rossoneri.
Si tratta di casi diversi come diverse sono le età dei due giocatori. L’attaccante belga, arrivato due anni fa a parametro zero nell’estate del post-scudetto, classe ’95, è consapevole di avere alle spalle il meglio della propria carriera. Le notti d’oro in Premier e in Champions con il Liverpool sono ricordi, a differenza dei tanti guai fisici recenti che lo hanno zavorrato sia nella stagione vissuta in rossonero, sia lo scorso anno nel deludente prestito al Nottingham Forest. Non a caso, di richieste in Via Rossi non ne sono giunte.
Cessioni in extremis o… Milan futuro? Tutti gli scenari per i due esuberi eccellenti
L’esterno senegalese, invece, classe ’97, lo scudetto con il Milan lo ha vinto, seppur da comprimario, e non ha di fatto mai convinto. Deludente anche il prestito al Fulham della scorsa stagione, quest’estate si è registrato più di qualche sondaggio. Anzi, il Milan aveva fatto tutto con il Saint-Etienne, ma il giocatore ha rifiutato il trasferimento nella neopromossa in Ligue 1. Risultato: club indispettito e futuro a medio termine che sembra scritto per entrambi.
I due giocatori non sono stati iscritti alle liste per Serie A e Champions League e si preparano a vivere una stagione da fuori rosa ad allenarsi con il Milan Futuro di Daniele Bonera, come anticipato da Zlatan Ibrahimovic. Uno scenario clamoroso quanto malinconico, in particolare per Origi, che potrebbe però modificarsi proprio sul filo di lana. L’ultimo paese europeo a chiudere il mercato estivo sarà la Turchia, il 13 settembre. Arriverà qualche proposta in grado di convincere il Milan, ma soprattutto i due esuberi eccellenti? Perché la carriera di un calciatore è breve per definizione e scegliere di non essere tali anche solo per qualche mese rischia di fare bene solo al conto in banca…