La “guerra” dei nerazzurri: prima solo Inter, ora sfide scudetto, Champions e mercato | Bergamo non è più periferia ma l’Inter è una locomotiva
Al termine di un agosto travagliato l’Atalanta è crollata a San Siro, ma la Dea è ormai entrata in una nuova era: le big sono avvisate.
Vedi l’Inter e crolli. Il secondo 4-0 consecutivo incassato a San Siro è il classico indizio che si somma ai precedenti per fare una prova. Per l’Atalanta la squadra di Simone Inzaghi è qualcosa di simile alla kriptonite, capace di disinnescare i poteri di Super Man Gasperini e di una squadra che al cospetto di quest’avversario pare smarrire le proprie qualità migliori.
I bergamaschi vanno così alla sosta del campionato con tanti dubbi, quelli che la goleada di Lecce alla prima giornata aveva mascherato, ma riemersi nelle gare contro Torino e appunto Inter. Le attenuanti all’Atalanta e al Gasp non mancano, dalle tante assenze al comprensibile smarrimento sul piano psicologico dovuto ad un agosto turbolento sul mercato.
Dal caso Koopmeiners a quello, rientrato, inerente Lookman, ai tanti giocatori acquistati nell’ultima settimana di trattative, il tecnico torinese non è di fatto riuscito ad “addestrare” il gruppo sul piano tattico e su quello atletico, aspetti come noto fondamentali per il laboratorio gasperiniano. Si aggiunga che Zaniolo, come fatto intuire dallo stesso allenatore, sta per diventare un caso e che Godfrey, il primo acquisto dell’estate, non si è ancora inserito, e il gioco è fatto.
Insomma, senza nulla togliere agli evidenti meriti dell’Inter nel fin troppo facile successo dei campioni d’Italia nel match della terza giornata di campionato hanno inciso anche i travagli vissuti dall’Atalanta nel mese di agosto e in generale in un’estate molto diversa da quella che si era prefigurata dopo il trionfo in Europa League. Eppure, la sensazione di un’occasione persa resta.
Atalanta, dal sogno scudetto al ridimensionamento? Quanto può incidere il caso Koopmeiners
Detto che evidentemente sul piano tattico l’Inter sembra conoscere gli antidoti per rendere inoffensivi i meccanismi di gioco dell’Atalanta, come evidenziato dal parziale degli ultimi sei scontri diretti, con altrettanti successi interisti, 17 gol realizzati e solo sei subiti, la gara del 30 agosto era stata ribattezzata come un’anteprima di una possibile-sfida scudetto.
Del resto l’Inter è uscita più forte dal mercato, mentre la Dea avrebbe voluto fare lo stesso. L’intenzione della società era infatti quella di non scomporre il giocattolo, trattenendo tutti i migliori. Alla fine non è andata così a causa del caso Koopmeiners, ma la sensazione è che l’agognato, seppur mai sbandierato, sogno di alzare ulteriormente l’asticella si sia scontrato con la difficoltà di far credere alle stelle del gruppo quanto la possibilità di fare la storia fosse davvero concreta.
Inter, l’assalto a Scalvini è solo rinviato: Atalanta avvisata
Certo, l’Atalanta di oggi resta anni luce lontana da quella che nel 1991 sfidò da outsider l’Inter in uno storico quarto di finale di Coppa Uefa. All’epoca a Bergamo, pur consapevoli del blasone del proprio club, si era consapevoli di non poter andare oltre qualche exploit isolato e soprattutto di non poter tenere testa alle grandi sul mercato. Non a caso negli anni giocatori come Ganz o Morfeo, per arrivare a Bastoni, sono approdati in top team, in questi casi l’Inter, al termine di trattative “ordinarie”.
Ora invece la Dea siede a pieno titolo al tavolo delle grandi italiane ed europee. Lo dice il fatturato del club e di conseguenza le ambizioni di una società che non rappresenta più un punto di passaggio. La Juventus lo ha imparato sulla propria pelle per Koopmeiners, sbarcato a Torino alle condizioni dei Percassi, e lo stesso destino potrebbe toccare presto alla stessa Inter. Marotta ha infatti messo nel mirino da tempo Giorgio Scalvini, la stella della difesa atalantina e della nazionale ora bloccata dal grave infortunio subito a giugno. L’assalto è solo rinviato, ma fin d’ora la trattativa si annuncia lunga e incerta. Come si conviene tra due top club.