La Chiesa “anglicana”: Fede è già baronetto | Liverpool, ecco i precedenti “azzurri”
L’avventura ad Anfield dell’ex esterno della Juventus inizia in salita: concorrenza e precedenti, tutti i tabù da sfatare.
In un calcio, e un calciomercato, così ingessato e legato a formalità burocratiche, il saluto che Federico Chiesa ha voluto riservare ai tifosi della Juventus prima di imbarcarsi per Liverpool ha avuto un sapore retrò e vagamente malinconico.
L’esterno della nazionale ha di fatto parlato da Red in pectore, pur dovendo ancora, al momento della partenza, sottoporsi alle visite mediche di rito, poi brillantemente superate. Una bella controtendenza rispetto ai silenzi assordanti di molti nuovi acquisti prima delle firme. Eppure a livello ufficiale Chiesa era ancora a tutti gli effetti un giocatore della Juventus, peraltro dopo aver fatto di tutto per cercare di restarlo.
La nuova avventura dell’ex Fiorentina, la prima in carriera fuori dall’Italia, può quindi cominciare, ma non senza un sottile filo di rimpianto, rintracciabile proprio dalle ultime parole prima di salire sull’aereo direzione Inghilterra. “Saluto tutti i tifosi della Juve. Grazie per l’affetto per questi anni, vi porterò nel cuore”
Pur mai preso in considerazione da Thiago Motta per il nuovo corso dei bianconeri e pur non avendo di fatto mai trattato concretamente il rinnovo con il club del proprio contratto in scadenza nel giugno 2025, Federico ha infatti sperato fino alla fine di avere una chance per far ricredere il tecnico italo-brasiliano e magari meritarsi il prolungamento sul campo.
Chiesa al Liverpool: parte la caccia ad una maglia da titolare
Non è stato così, ma solo nelle ultime settimane Chiesa ha realmente preso in considerazione l’ipotesi di cambiare aria. Di contatti ce ne sono stati tanti, ma il giocatore ha voluto esaminare solo proposte da club partecipanti alla Champions League. Sfumate quindi sul nascere le ipotesi legate alla Serie A, Napoli e Roma su tutte, hanno preso forma affascinanti scenari stranieri.
Il Barcellona c’ha provato, salvo doversi arrendere ai noti problemi di bilancio, così a spuntarla è stato il Liverpool. Ad Anfield è partita l’era Slot, tecnico olandese chiamato a dare seguito ai fasti della gestione Klopp. Alcuni principi di gioco sono simili, come lo sfruttamento delle fasce, per questo Chiesa può sperare di trovare spazio. Per farlo bisognerà però scalare le gerarchie che attualmente lo vedono come alternativa di Salah, in un attacco grandi firme che può contare anche su Luis Diaz, Cody Gakpo e Darwin Nunez, per citare solo gli esterni.
Liverpool, azzurro… pallido: i predecessori italiani di Chiesa ad Anfield
Quella che attende Federico è una vera e propria impresa anche dal punto di vista storico. Nessuno tra i sei italiani che ha giocato nel Liverpool ha infatti lasciato tracce nel club e nella memoria dei tifosi. Il primo fu Gabriel Paletta, che ad Anfield arrivò nel 2006 a 20 anni, ancora da cittadino argentino, trovando poco spazio. In quell’anno nella rosa dei Reds c’era anche il portiere Daniele Padelli, in campo solo nell’ultima giornata di Premier.
L’ultimo azzurro in ordine di tempo a giocare nel Liverpool è stato Mario Balotelli, protagonista però di un’annata incolore nel 2014-’15 prima di tornare al Milan. Leggermente meglio è andata agli altri tre italians. Andrea Dossena è quello la cui esperienza è durata di più: dal 2008 al 2010, una trentina di presenze complessive e il ricordo indelebile di un super gol al Real Madrid in Champions League e uno al Manchester United in Premier, oltre che di aver avuto come compagno nella seconda stagione Alberto Aquilani, discreto in una stagione anonima per il club. Infine Fabio Borini, approdato ad Anfield nel 2012 su richiesta del suo ex tecnico allo Swansea Brendan Rodgers, ma mai decisivo nelle 40 apparizioni totali in un biennio. Fare meglio di tutti per Chiesa non sarà difficile, ma conoscendo l’ambizione del ragazzo non basterà per accontentarsi…