Inter, lo hanno fatto fuori senza mezzi termini: così impari a non accettare la cessione | Marotta fa muro, ora è out-out finale
Il mercato dei nerazzurri si è chiuso con l’arrivo del giovane difensore argentino Palacios, ma ad Appiano tengono banco gli esuberi.
Due colpacci a parametro zero messi a segno già in primavera e poi altri due innesti a inizio e fine della sessione ufficiale, buoni per allungare la panchina. Questo è stato il mercato 2024 dell’Inter campione d’Italia, i cui dirigenti come previsto non hanno attuato rivoluzioni.
Del resto stravolgere un organico reduce dall’aver dominato lo scorso campionato, coronato dalla conquista della seconda stella, non sarebbe stato logico. E neppure possibile, tra l’altro, dal momento che pochi giorni dopo la conclusione della stagione si è concretizzato il passaggio di proprietà, con il cambio della guardia da Suning a Oaktree.
Le linee guida non sono cambiate, dal momento che il fondo statunitense, dopo aver inevitabilmente rinnovato la fiducia all’intero management, che a propria volta aveva fatto lo stesso con lo staff tecnico, ha ribadito l’intenzione di tenere alto il livello di competitività del club a livello nazionale ed europeo, senza però concedere troppa libertà di movimento alla squadra-mercato.
Beppe Marotta, promosso presidente al posto di Steven Zhang, si era del resto già messo avanti con il lavoro, pescando due svincolati di lusso come Piotr Zielinski e Mehdi Taremi. Il polacco andrà così a rinforzare ulteriormente la già eccellente batteria di centrocampisti a disposizione di Inzaghi, mentre l’iraniano è destinato a rimpolpare un attacco nel quale non tutto è andato secondo le previsioni.
Inzaghi e le delusioni dal mercato: la quinta punta è restata un sogno
Non si può infatti negare che tra i desiderata del tecnico a inizio mercato c’era quello di iniziare la stagione con cinque attaccanti in rosa. Un privilegio per pochi, vero, ma per l’Inter quella appena iniziata promette di essere la stagione più lunga di sempre, tra nuova Champions League e Mondiale per club. L’ambizione è quella di andare il più avanti possibile in tutte le competizioni, senza dimenticare la difesa del titolo in Serie A.
Per questo avere due alternative per ruolo e… qualcosa di più era il sogno tutt’altro che nascosto di Inzaghi, che tanto in pubblico, quanto nel privato con i dirigenti aveva picchiato sul tasto dell’esperienza. Ok i profili giovani alla Bisseck, ma un difensore navigato al posto del pur promettente Tomas Palacios ed una quinta punta pronta all’uso avrebbero fatto comodo eccome. L’avviso del club è tuttavia sempre stato opposto, fin dall’inizio, e a complicare ulteriormente le cose è stato il mercato in uscita.
Inter e Correa ai ferri corti: la decisione del club
Al pari di numerosi altri top club, infatti, l’Inter è stata di fatto paralizzata da alcuni rifiuti eccellenti a cambiare aria. Proprio in attacco. Con Lautaro e Thuram coppia titolare inamovibile e Taremi prima alternativa, infatti, l’obiettivo era cedere uno tra Marko Arnautovic e Joaquin Correa, in modo da accogliere un ulteriore attaccante, che comunque nei piani della società sarebbe dovuto essere un giovane, benché già affermato.
Niente di tutto questo, perché l’austriaco e l’argentino, entrambi in scadenza nel 2025, hanno rifiutato tutte le destinazioni. La scelta di Correa, in particolare, rischia di ritorcersi contro l’ex Lazio. Fuori anche dai piani di Inzaghi, infatti, l’argentino dovrebbe venire escluso tanto dalla lista per la Serie A che da quella per la Champions, trovandosi quindi a vivere una stagione da assoluto spettatore. Un danno per il giocatore, fresco di 30° compleanno, così come per il club, ormai ad un passo dal veder partire il giocatore a costo zero. A meno che sei mesi da separato in casa non convincano il Tucu ad accettare un’eventuale nuova destinazione a gennaio.