Home » Chiesa in Spagna, la pista è calda, anzi no: il tira e molla che smuove il mercato, ecco come stanno le cose per davvero

Chiesa in Spagna, la pista è calda, anzi no: il tira e molla che smuove il mercato, ecco come stanno le cose per davvero

Federico Chiesa - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Federico Chiesa – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Il nuovo corso della Juventus non prevede l’esterno, ormai convintosi a cambiare aria: spunta una soluzione che può fare tutti contenti.

Juventus-Como è stata la partita delle tante prime volte. Nel bene come nel male. Dal debutto ufficiale di Thiago Motta sulla panchina bianconera alla prima, indimenticabile uscita in Serie A di Samuel Mbangula, l’esterno d’attacco belga al quale il tecnico italo-brasiliano ha dato fiducia dall’inizio, venendo ripagato con gli interessi.

Gol, assist e premio di mvp del match per l’ex Next Gen, che ha potuto condividere l’emozione con l’amico Nicolò Savona, entrato a inizio ripresa con la personalità del veterano a dispetto dei propri 21 anni. Da applausi anche la prima di Khephren Thuram, mentre per Michele Di Gregorio bisognerà aspettare test più probanti.

Il derby personale dell’ex Monza è infatti trascorso all’insegna della massima tranquillità, non avendo dovuto effettuare parate degne di questo nome. Applausi copiosi sono comunque piovuti anche per il nuovo portiere titolare della Juventus, così come dal settore dei tifosi del Como per i propri beniamini, nella notte della prima in A dopo 21 anni di attesa.

Per molti dei giocatori mandati in campo da Fabregas si è trattato dell’esordio in Serie A, comunque da ricordare. Molto più malinconica è stata un’altra prima, quella vissuta dal convitato di pietra della serata. Per la prima volta dall’inizio della propria carriera juventina, infatti, Federico Chiesa è stato escluso per motivi tecnici.

Juventus-Chiesa, va in onda il grande gelo: il braccio di ferro continua

I tifosi della Juventus, che vedono ormai nell’esterno un idolo da quattro anni a questa parte, si erano purtroppo dovuti abituare alle tante assenze di Federico per motivi fisici, in particolare dopo il gravissimo infortunio del gennaio 2022. Un calvario dopo il quale Chiesa non è più riuscito a convincere appieno. Ora, però, l’aria di gelo che si respira tra le parti non è dovuta alle condizioni fisiche.

L’ala della nazionale è infatti fuori dal progetto della nuova Juve. Anzi, dai progetti. Tanto quello tecnico, non rientrando nei piani tecnico-tattici di Motta, tanto da quello societario, a causa di quel contratto in scadenza nel 2025 e delle richieste ritenute eccessive per firmare il rinnovo. Insomma, sarà addio entro la fine del mercato. Questa è la soluzione caldeggiata dalla Juve, alla quale si sta convincendo anche il giocatore.

Joan Laporta - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Joan Laporta – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Chiesa, c’è la svolta: si fa avanti un top club internazionale

Se infatti la priorità di Chiesa era sempre stata quella di cercare di convincere Motta a inserirlo nel progetto, ora l’ex Fiorentina sembra essersi convinto della necessità di cambiare aria. Per farlo Federico vuole un top team che gli garantisca la vetrina della Champions League, da qui la resistenza di fronte all’interessamento della Roma, unico club italiano ad essersi fatto avanti.

Tiepidi i sondaggi dalla Premier, la svolta, clamorosa, potrebbe arrivare dalla Liga. Secondo quanto riportato dal quotidiano catalano Sport, infatti, Chiesa sarebbe entrato nel mirino nientemeno del Barcellona. La squadra di Flick potrebbe essere il contesto ideale per rilanciarsi, ma a rallentare l’eventuale trattativa sono le note difficoltà finanziarie dei blaugrana. Secondo quanto riferito dal quotidiano spagnolo, l’entourage di Chiesa avrebbe offerto il giocatore ai catalani, che stanno valutando la fattibilità dell’operazione. Sfumato il sogno Nico Williams, Chiesa può fare al caso del Barça, ma lo sforzo economico sarebbe notevole. La Juve chiede infatti non meno di 14 milioni per il cartellino e Chiesa un ingaggio di 6 milioni netti. Una montagna forse troppo ripida per le casse culés.