‘Basta chiedermi quando mi ritiro”: reazione furiosa dello spagnolo, malinconico e stizzito coi giornalisti dopo il KO
Spagna cannibale: dalla nazionale di calcio ad Alcaraz, la Marcia Reale risuona ovunque. Ma spunta una polemica inattesa.
Tennis e Olimpiadi. Storia di un amore contrastato e ricco di alti e bassi. La nobile arte della racchetta ha fatto parte del programma dei Cinque Cerchi fin dalle prime edizioni dei tempi moderni, salvo uscire di scena a partire dall’edizione del 1928 e farvi ritorno solo 60 anni più tardi.
Del resto, si sa, il tennis ha subito varie evoluzioni nel corso dei decenni, dall’introduzione dell’era Open nel 1968 a quella delle classifiche computerizzate. In pochi altri sport come questo, infatti, suonano stonati i paragoni tra i campioni del passato e quelli di oggi, dal momento che le epoche diverse non possono essere avvicinate per svariati fattori.
Anche dopo il suo ritorno nel programma olimpico, tuttavia, il torneo di tennis è finito per essere schiacciato all’interno di un calendario stracolmo, venendo spesso snobbato dai giocatori più forti e sacrificato sull’altare di Slam e di tornei più remunerativi. L’albo d’oro parla chiaro, sebbene facciano capolino anche i nomi di quattro ex numero 1 del mondo.
André Agassi, Evgenij Kafelnikov, Rafa Nadal e in due occasioni Andy Murray, campione anche nel 2012 nel tempio di Wimbledon, hanno messo al collo l’oro olimpico, dando ulteriore prestigio a carriere già leggendarie. Roger Federer si è dovuto accontentare di un argento, proprio a Londra, mentre Novak Djokovic è al momento fermo al bronzo di Pechino 2008, ma a Parigi punta al bersaglio grosso.
Parigi 2024, Nadal si arrende a Djokovic e sbotta in conferenza
Il serbo pare essere in grande forma, come sfoggiato nel match di secondo turno contro lo stesso Nadal. Quello andato in scena al Court Philippe-Chatrier potrebbe essere stato l’ultimo incontro in assoluto nella storia dei Big Three. Una sfida scivolata via in un’ora e mezza all’insegna del dominio di Nole, con Nadal incapace di andare oltre una reazione d’orgoglio nel secondo set.
Così mentre la marcia di Djokovic prosegue, a Rafa è rimasto solo il doppio da giocare in coppia con Carlos Alcaraz. Fatto sta che il tema-tormentone quando si parla di Nadal riguarda quando il maiorchino, 38 anni compiuti a giugno, deciderà di appendere la racchetta al chiodo. Tutto fa pensare che il ritiro non sia così imminente e la conferma è arrivata dalla reazione stizzita del giocatore in conferenza stampa.
Nadal si ritira? Rafa non dà indizi, ma…
Solitamente pacato e gentile, Rafa ha perso le staffe, complice forse anche l’adrenalina post-match e la delusione per la sconfitta in un match tanto atteso, mandando un messaggio molto chiaro alla stampa: “Ogni singolo giorno mi chiedete se mi ritiro. Provo a fare del mio meglio ogni giorno, quando deciderò di ritirarmi ve lo farò sapere”. Per la serie: passo e chiudo e testa al prossimo match.
In base a quanto trapela Nadal, che ha partecipato ai Giochi grazie al sistema del protected ranking, avrebbe intenzione di giocare fino alla fine del 2024 e quindi di partecipare anche agli US Open. “Mi sono divertito per tanti anni, ho sofferto con tanti infortuni negli ultimi due anni, quindi se dovessi sentirmi che non sono più abbastanza competitivo, deciderò di ritirarmi” ha concluso Rafa, che ha poi ricevuto anche una carezza dal grande rivale: “Giocare contro di lui è sempre qualcosa di speciale” ha detto Djokovic.