Maldini lascia il Milan, e questa volta per sempre I E’ il momento delle lacrime: e ‘tu quoque’, proprio per opera di Galliani
Mentre la nuova rosa prende forma, in casa rossonera si torna a parlare di passato attraverso un’operazione di mercato che sa di storia.
Bergomi e Zenga all’Inter. Chinaglia alla Lazio e Scirea alla Juventus. E in tempi più recenti De Rossi e Totti alla Roma. C’erano una volta le bandiere nel mondo del calcio. Magari non tante a livello numerico, perché anche in passato legare la propria carriera ad una sola squadra era per pochi.
Anche per questo viene facile elencarle e tante altre ce ne sarebbero, in top club così come in formazioni meno abituate a vincere. Situazioni, queste ultime, ancora più degne di nota. Perché alla fine restare legati ad una sola maglia se in carriera si vince tanto può anche risultare più facile. Se invece le delusioni e i piazzamenti sono numericamente superiori si può proprio parlare di amore cieco per un club.
Ne sanno qualcosa Giuseppe Bruscolotti, che a Napoli ha dovuto aspettare gli sgoccioli della carriera per vincere lo scudetto, seppur da comprimario almeno a livello di presenze. Oppure Renato Zaccarelli, che non ha mai lasciato il Torino da giocatore pur avendone avuto la possibilità.
Si potrebbero citare tanti altri casi, mentre un caso atipico è quello che unisce la famiglia Maldini al Milan. Qui infatti si parla di una vera e propria epopea, che ha avvolto nella leggenda dei colori rossoneri ben due campioni, diventati poi capitani capaci di alzare da capitani il trofeo della Coppa dei Campioni/Champions League.
Il Milan e la famiglia Maldini: un’epopea di successi
Papà Cesare ci riuscì nel 1963, al termine della finale contro il Benfica, per quella che fu la prima delle attuali 7 Coppe Campioni/Champions vinte dal Milan. Due invece quelle sollevate al cielo con la fascia al braccio da Paolo, nel 2003 e nel 2007. Emozioni uniche, ma non le sole vissute da coloro destinati a restare nella storia del Milan come il padre e il figlio per eccellenza.
Paolo Maldini per il Milan è l’uomo dei record sul campo, tra titoli vinti e presenze, ma nella storia più recente è riuscito a farsi valere anche come dirigente. Nove anni dopo l’addio al calcio giocato, avvenuto nel 2009, Paolo tornò infatti al Milan come dirigente, per un percorso culminato con la conquista del 19° scudetto della storia del club. Si è trattato dell’ultima gioia per Maldini jr in rossonero, destinata ora a vivere un altro capitolo amaro.
Monza, Galliani… rifà il Milan: Nesta in panchina e Maldini jr in campo
Dopo il traumatico licenziamento del giugno 2023, insieme al ds Ricky Massara, per divergenze di vedute rispetto alla proprietà del club, Maldini non ha più parlato in pubblico del Milan, pur rimanendo ovviamente un tifoso rossonero, anche per ragioni… di cuore. Anche il secondogenito di Paolo, infatti, Daniel, è riuscito a farsi strada in prima squadra. Almeno fino ad oggi.
Campione d’Italia nel 2022 e poi prestato a Spezia, Empoli e Monza, l’attaccante esterno classe 2001 è ora a un passo dall’addio definitivo al Milan. Secondo quanto riportato da Nicolò Schira, infatti, l’ad del Monza Adriano Galliani è pronto ad accelerare per chiudere l’acquisto di Maldini. Al Milan dovrebbe andare una percentuale importante sulla futura, eventuale rivendita di Daniel, pronto a incassare la fiducia del Monza dopo il buon rendimento della scorsa stagione. Un altro Maldini è quindi pronto a staccarsi definitivamente dal pianeta rossonero. A rendere meno traumatico il distacco il fatto che ad allenarlo sarà un certo Alessandro Nesta, che con Paolo ha condiviso tante vittoriose battaglie sul campo nel Milan di Berlusconi e soprattutto Galliani…