Jasmine, un 2024 indimenticabile, da Dubai a Wimbledon, e non è ancora finita: due titoli e vola nel ranking
La finale a Wimbledon ha proiettato Jasmine Paolini nella storia del tennis mondiale: ascesa senza limiti, ecco il prossimo obiettivo.
Tutti per uno, uno per tutti. Il motto Tre Moschettieri di Dumas calza a pennello per commentare la situazione del tennis italiano. I campioni nostrani della racchetta continuano infatti a mietere successi, in una sorta di processo di osmosi che non sembra volersi concludere e che ora punta dritto al sogno Parigi 2024.
Sì, perché da ormai diversi anni i ragazzi tricolori riescono a darsi “il cambio” nei successi e a motivarsi reciprocamente, che si tratti di tornei 1000 o di prove del Grande Slam. Il tutto senza ovviamente dimenticare l’impresa dello scorso novembre a Malaga, dove l’unione fece davvero la forza permettendo all’Italia di Pippo Volandri di trionfare in Coppa Davis dopo 47 anni.
Succede allora che a Wimbledon si faccia appena in tempo a rammaricarsi per la prematura eliminazione di Jannik Sinner prima di spellarsi le mani e strabuzzare gli occhi per le imprese di Lorenzo Musetti e soprattutto Jasmine Paolini, capaci di ritoccare i propri primati personali in una prova dello Slam.
Quella vissuta da Paolini è in particolare un’escalation esaltante quanto inaspettata. Perché se ogni vittoria di Musetti è accompagnata dalla non sempre piacevole litania “con quel talento che si ritrova dovrebbe avere un posto fisso nella top 10”, Jasmine sta vivendo un 2024 da incorniciare e destinato a regalarle altre soddisfazioni dopo la cavalcata ai Championships.
Da Dubai a Londra: Jasmine Paolini e un 2024 da leggenda
Vero è che il movimento femminile è da anni alla (vana) ricerca di una dominatrice assoluta e che gli exploit più o meno improvvisi sono ormai quasi la regola. Però quanto sta riuscendo a fare Jasmine su superfici diverse pone all’attenzione di appassionati e addetti ai lavori di tutto il mondo la crescita esponenziale di una ragazza già capace di eguagliare le più forti di sempre.
Eppure, tutto quest’anno era cominciato da una vittoria che, con il senno del poi, non ha fatto contento… Jannik Sinner. Già, perché se l’altoatesino contro Medvedev ha accusato anche la delusione per l’eliminazione, avvenuta il giorno prima, della fidanzata Anna Kalinskaya, proprio la russa è stata la prima “vittima” di Paolini, avendo perso a febbraio al cospetto di Jasmine la finale del Wta 1000 di Dubai, quando però non era ancora entrata nella vita di Sinner.
Paolini sulle tracce di Serena Williams: ed ora l’Olimpiade
Da quel momento è come se fosse scattato un click nella mente della toscana, senza limiti in singolare, come in doppio. Agli Internazionali di Roma il trionfo in coppia con Sara Errani contro Gauff e Routliffe, poi al Roland Garros addirittura una doppia finale. In singolare persa contro sua maestà Iga Swiatek, in doppio contro la stessa Gauff e Siniakova.
Quindi, la magia sui prati londinesi. Sulla carta la superficie meno adatta al gioco di Jasmine, capace invece di andare oltre i propri limiti. Un pizzico di fortuna è stato decisivo nell’ottavo contro Madison Keys, infortunatasi mentre stava servendo per il match e poi ritiratasi, ma contro la temibile Emma Navarro e poi nella semifinale fiume contro Donna Vekic Jasmine ha dato il meglio di sé. Impeccabile tecnicamente contro la statunitense, determinata e mai doma nel contrastare la croata anche nei momenti più difficili. Era dal 2016 che nel circuito Wta una tennista non raggiungeva la finale a Parigi e poi a Wimbledon e il soggetto in questione era Serena Williams. Jasmine non vuole svegliarsi e sullo sfondo vede un sogno a Cinque Cerchi.