Niente primo posto: Sinner, la vittoria purtroppo non basta | Il numero 1 si allontana ancora
L’altoatesino avanza al Roland Garros, pur con qualche brivido: la marcia nello Slam prosegue, ma arriva una doccia fredda.
Sulla definizione di campione la stampa sportiva si divide da anni. Così come su tutte le sfumature della parola e suoi upgrade. Cosa differenzia un fuoriclasse da un campione? E cosa trasforma un fuoriclasse in una leggenda?
Il dibattito si è infiammato in particolare dall’avvento dell’era dei social. Basti pensare all’introduzione del termine “GOAT”, acronimo che individua il più forte giocatore di tutti i tempi in un singolo sport. Un esercizio in sostanza sterile, o comunque quasi impraticabile, per diversi motivi.
Come noto, infatti, è impossibile oltre che ingiusto fare paragoni tra ere temporali differenti anche all’interno dello stesso sport. Che si parli di calcio, e quindi di un’evoluzione sul piano della velocità oltre che della fisicità degli interpreti, o di tennis, disciplina nella quale oltre all’aspetto atletico subentrano anche cambiamenti in sede di materiali.
Eppure, proprio quando si parla di pallina e racchetta, la quasi totalità di appassionati e addetti ai lavori concordano nell’assegnare il “titolo” di GOAT a uno dei tre Big Three. Djokovic, Federer o Nadal, in rigoroso ordine alfabetico? Qui ci si divide più che mai, con gli esperti tecnici a fare da giudici supremi rispetto alle “parzialità” dei tifosi.
Musetti “tradisce” Sinner: sorpasso a Djokovic rinviato
Quel che è certo è che Novak Djokovic sta superando i due amici-nemici se non altro per longevità a grandi livelli. Complice una maggior fortuna sul piano dei guai fisici, il serbo a 37 anni compiuti è ancora al comando del ranking ATP, nonostante qualche fisiologico passaggio a vuoto recente e nonostante le nuove generazioni siano ormai pronte per il passaggio del testimone.
Il cambio della guardia tra Nole e Jannik Sinner, fresco ormai di sorpasso a Carlos Alcaraz come simbolo della nuova era del tennis, è annunciato da settimane, ma continua a slittare. “Colpa” dei problemi fisici che hanno bloccato l’altoatesino in primavera, ma anche della voglia di non mollare di Djokovic, che agli ottavi del Roland Garros contro Lorenzo Musetti ha disputato e vinto una partita leggendaria, che ha gelato proprio Sinner, dal canto proprio già nei quarti dopo la vittoria in rimonta su Corentin Moutet.
Roland Garros “thrilling”: in palio il primato nel ranking ATP
In caso di eliminazione di Novak prima della finale dello Slam parigino, infatti, Sinner diventerebbe in automatico il numero 1 del ranking. Dall’altra parte Jan è padrone del proprio destino, in quanto certo di sorpasso in caso di finale. Musetti è andato a un passo dal fare un regalo enorme all’amico Jannik, crollando però sul più bello quando a Parigi era notte alta.
“Forse è stata la mia miglior partita di sempre a Parigi” è stata l’iperbole utilizzata da Djokovic a fine match. Comprensibile dopo essersela vista molto brutta al cospetto di un rivale che sa come si battono i numeri 1 e che stava giocando divinamente. Nole però sembra essersi messo alle spalle l’inverno cupo e ha ritrovato la voglia di lottare. Il Roland Garros è entrato nella fase decisiva. Titolo e classifica: i nuovi rivali sono pronti a giocarsi tutto.