È iniziato tutto così: calcioscommesse, anche lui ha rivelato tutto | Campionato italiano nella bufera
Campionato italiano in tilt, il calcioscommesse è una realtà da non sottovalutare: il giocatore ha rivelato tutto
Nel mese di ottobre il calcio italiano ha ricevuto una notizia shock. Fabrizio Corona tramite i suoi canali social ha improvvisamente rivelato che la Serie A fosse piena di calciatori di nazionalità italiana che scommettessero sulle partite.
Successivamente alle sue dichiarazioni la Procura di Torino ha ampliato un’inchiesta già aperta, che indagava sul riciclaggio da parte di agenzie di scommesse illegali, per poi ritrovare intercettazioni, parte delle quali pubblicate da Corona, nelle quali si rivelavano nomi di calciatori che hanno scommesso illegalmente.
Chiariamo una cosa fondamentale: per regolamento, i calciatori professionisti non possono scommettere sulla disciplina sportiva di cui fanno parte. Dunque, pur non scommettendo su se stessi o sulla propria squadra, non possono farlo in nessun altro campionato.
Ciò che massimo possono fare è scommettere nel gioco del poker, ammesso che le piattaforme siano legali. I principali indiziati tra la cerchia furono Sandro Tonali, centrocampista del Newcastle Utd, Nicolò fagioli, centrocampista della Juventus e Nicolò Zaniolo, esterno dell’Aston Villa.
Esiti della Procura
L’ex Roma è stato dichiarato innocente dalla vicenda. È stato dimostrato che scommettesse unicamente su piattaforme inerenti al poker, e soprattutto legali. Il problema è nato per gli altri due, i più giovani del trio, i quali sono stati dichiarati colpevoli.
L’ex Milan ha patteggiato con la Procura Federale stipulando un accordo di 10 mesi. Dal momento della sua sospensione, la pena terminerà a settembre 2024, e conseguentemente salterà gli Europei; situazione differente per il 22enne bianconero, al quale è stata attribuita una squalifica di 7 mesi, che gli permetterà di rientrare per le ultime partite del campionato e forse lottare ancora per un posto in Nazionale.
Piano terapeutico
Entrambi i calciatori stanno seguendo dei piani terapeutici per eliminare il vizio del gioco dalle proprie vite. In particolare, Fagioli si è espresso sul percorso che sta intraprendendo, spiegando che il tutto è iniziato già da quando era nel vivaio della Juventus, all’età di 16 anni.
Ha inoltre dichiarato che inizialmente l’aveva presa come un gioco, ma nonostante fosse calciatore, perdeva molto e questo ha scaturito in lui sempre più voglia di giocare per recuperare. Da un piacere, è diventata una vera e propria malattia, ma fortunatamente ha chiesto aiuto in tempo, augurandosi che possa quanto prima ritornare in campo e abbandonare alle spalle questo brutto periodo.