Ci siamo tanto amati, ma è tempo di cambiare: Napoli, ultima ora sconvolgente | De Laurentiis si appresta a salutare
Mentre sul campo gli azzurri danno la caccia ad un posto in Europa l’ambiente è turbato da un imprevisto che apre scenari preoccupanti.
La cavalcata del Napoli di Luciano Spalletti, coronata dalla conquista dello scudetto 2023, ha posto fine ad un digiuno che in casa azzurra durava da 33 anni. Quella compiuta da Osimhen e compagni è stata un’impresa inaspettata, ma legittimata dalla qualità del gioco espressa.
Il Tricolore numero 3 della storia del Napoli non è però stato il primo titolo vinto dagli azzurri dal dopo Maradona. Sotto la gestione di Aurelio De Laurentiis, infatti, i tifosi del Napoli sono tornati a fare festa e a vedere allargarsi la bacheca della propria squadra del cuore grazie ad altri quattro titoli.
Tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, prima dello scudetto, rappresentano il palmares dell’era De Laurentiis, durante la quale il Napoli è diventato anche un modello virtuoso di gestione, grazie ai ripetuti bilanci chiusi in attivo prima dello scoppio della pandemia di Coronavirus.
L’altro fiore all’occhiello del Napoli targato ADL è però rappresentato dalle qualificazioni alle coppe europee. De Laurentiis rilevò il Napoli nel 2004 dopo il fallimento che fece precipitare il club in Serie C per la prima volta nella storia e dopo tre anni l’allora stadio San Paolo tornò ad ospitare partite di Serie A grazie alla doppia promozione consecutiva ottenuta dalla squadra di Edy Reja.
Napoli, parte la caccia all’Europa: due mesi per “fare 15”
Dopo una stagione di ambientamento tra i grandi il Napoli ha centrato già nel 2009 il ritorno in Europa, attraverso il torneo Intertoto, anticamera dell’allora Coppa Uefa. Da quel momento l’escalation è stata irresistibile al punto che da 14 anni consecutivi gli azzurri disputano una coppa tra Champions e Europa League, l’erede della vecchia Coppa Uefa.
Il travagliato andamento della stagione in corso sta però mettendo a serio rischio la partecipazione del Napoli alle Eurocoppe per la stagione 2024-25. Lo stadio intitolato a Diego Armando Maradona potrà ospitare anche nella prossima stagione alcune delle più grandi squadre d’Europa? La domanda è tutt’altro che banale e soprattutto esula dall’aspetto strettamente calcistico.
Napoli, lavori al Maradona: azzurri in “esilio”?
Già, perché l’assegnazione di Euro 2032 all’Italia rischia di tenere lontano il Napoli dal proprio stadio a tempo indeterminato. Per poter ospitare le partite della rassegna continentale l’impianto di Fuorigrotta deve essere sottoposto a interventi di restyling. Come riportato da Il Mattino, De Laurentiis e il sindaco Manfredi hanno già affrontato il tema, ma sullo sfondo c’è una possibilità poco gradita ai tifosi.
Il Napoli potrebbe infatti essere costretto per qualche tempo a giocare altrove. Bari e Palermo sono le alternative più gettonate, a meno che, obiettivo di società e tifosi, non si riesca a giocare comunque al Maradona in versione cantiere aperto, decidendo per la chiusura dei settori nei quali verranno effettuati i lavori, come avvenne nel 1990 prima del Mondiale italiano, che proprio nell’allora San Paolo vide disputarsi una delle partite più importanti, la semifinale tra Italia e Argentina con il cuore dei napoletani diviso tra l’Azzurro della nazionale e l’Albiceleste di Maradona.