Dalla Champions League alla Serie B: otto club retrocessi in contemporanea | È la fine di un’era
Mentre cresce l’attesa per la nuova formula della competizione, l’attenzione degli appassionati è catturata da una notizia inaspettata.
C’era una volta la fase a gironi della Champions League. Tra qualche anno gli addetti ai lavori del calcio potranno usare quest’espressione, che oggi farebbe sorridere e scattare più di qualche interrogativo. Lo sport, però, si sa, e il football in particolare, si evolvono molto velocemente.
Ecco allora che quella che nel 1991, anno di nascita dell’erede della vecchia e storica Coppa dei Campioni, apparve come una formula rivoluzionaria, essendolo a tutti gli effetti, risulta ormai anacronistica al punto da essere stata pensionata dai vertici del calcio continentale, che hanno deciso di virare su una formula più moderna.
Il modello della nuova Champions, che vedrà la luce il prossimo agosto, è di fatto quello dell’Eurolega del basket, dal momento che ci sarà un unico, maxi-girone con 36 squadre. Per il resto, però, le differenze saranno notevoli, a partire dal fatto che le squadre non si affronteranno due volte con la formula dell’andata e ritorno, come accade nella pallacanestro.
Ciascuna squadra disputerà otto partite, affrontando quattro rivali in casa ed altrettante in trasferta. Le partecipanti saranno divise in gruppi solo al momento del sorteggio, proprio per definire la griglia delle proprie avversarie. Più difficile a dirsi che a farsi, fatto sta che l’intento è solo uno: far giocare più partite, quindi far guadagnare più soldi ai club e contemporaneamente divertire di più gli spettatori.
Germania, è fuga dagli stadi della Bundesliga: il dato sorprendente
Il riferimento è sia alla “platea virtuale”, quella che seguirà le partite dalla tv, sia a chi sceglierà di gremire gli stadi. Già, perché trasmettere partite con stadi semi-vuoti è un danno in primo luogo per le stesse televisioni e in tal senso garantire più match di livello già dalla prima fase della Champions è una trovata efficace per scongiurare questo rischio.
La “fuga dagli stadi” è una delle preoccupazioni maggiori per chi nel pallone opera a livello dirigenziale, per questo il dato appena pubblicato in Germania ha creato scalpore. Per la prima volta nella storia del paese, infatti, nell’ultimo weekend si sono registrati più spettatori sugli spalti per partite della seconda divisione, la Zweite, che della massima serie, la Bundesliga: 284.643 contro 261.099.
Tutti pazzi per la Zweite Bundesliga: quante nobili decadute nella B tedesca
Un dato in controtendenza con il fatto che in Bundes non si sta assistendo al “solito” dominio del Bayern Monaco, staccato dal Bayer Leverkusen dominatore. Semmai la spiegazione è legata alle proteste dei tifosi che stanno disertando gli stadi per contestare il piano della Federcalcio di aprire all’ingresso dei fondi d’investimento.
Tra le cause non va però trascurato il fatto che quest’anno in Zweite sono presenti diversi club storici. Ben otto delle 18 partecipanti, infatti, vanta almeno una partecipazione alla Coppa Campioni o Champions League, seppur alcune datata nel tempo. Tra queste lo Schalke 04 e l’Hertha Berlino, che hanno giocato in casa nell’ultimo turno. Grandi decadute con un passato nella regina delle coppe sono anche Amburgo, Eintracht Braunschweig, Hansa Rostock, Kaiserslautern, Magdeburgo e Norimberga. Chissà che qualcuna tra queste a breve non riesca a partecipare alla nuova Champions…