Sinner, la chiamata è tristissima: “Mi sono messo a piangere” | Grande preoccupazione per i genitori
Il campione glaciale in campo non ha saputo trattenere l’emozione lontano dalle telecamere. Una reazione inaspettata.
A volte pensiamo di conoscere gli sportivi perché spuntano in ogni luogo, in tv, su internet e sui giornali. In realtà quella che ci facciamo è semplicemente un’idea, quasi sempre eroica, degli sportivi o dei vip di turno. Per Jannik Sinner è facile uscire dalle categorie e imporre, come contro gli avversari, quella sana normalità.
Con la leggerezza di chi non ha fatto niente ti ispira, indica la via ai più giovani e indirettamente strizza l’occhio al sacrificio e alla solitudine se queste possono trasformarti in una persona migliore. L’affermazione in Australia e il successo freschissimo a Rotterdam restituiscono all’Italia un campione vero.
C’è tanto da fare, lo sa bene Sinner e lo sa il suo team, mai come in questo periodo chiamato a curare ogni minimo dettaglio della sua preparazione. A San Remo l’altoatesino non è andato ma col senno di poi quelle ore saranno servite per allenarsi o semplicemente concentrarsi sui nuovi record da battere.
Ora che è numero 3 al mondo infatti il mondo è là davanti. Tutto da conquistare. Serviranno gli ok dei rivali più temibili, magari arriveranno momenti di difficoltà. Sarà in quel caso che vedremo un tennista più umano perché finora è stato impassibile e perfetto.
Una chiamata inaspettata
Ci hanno provato in tanti finora ad indagare il fenomeno Sinner. Conoscere il personaggio, le sue abitudini e i suoi tabù. Probabilmente ancora nessuno ci è riuscito. Stiamo sempre parlando di un ragazzo giovane che si è trovato catapultato in un mondo di grandi.
Ora tutti inizieranno a pretendere di più da lui. Come affrontare questo momento? Con la semplicità e la forza gentile che lo contraddistinguono. Alcuni valori e alcune persone saranno sempre al suo fianco.
Contro mamma e papà
Nell’intervista concessa a Vanity Fair il campione italiano ha parlato così del rapporto coi suoi genitori e di quell’episodio che ha cambiato la sua vita. “È stata tosta per loro. Avevo 13 anni e mezzo e la verità è che appena sono arrivato lì (a Bordighera, quando ha lasciato casa, ndr) mi sono messo a piangere“.
Sinner ha richiamato i genitori, che a quel punto pensavano di doverlo andare a prendere. “Invece gli ho detto di stare tranquilli, che andava tutto bene”. Il tennista ha dovuto fare subito i conti con le prime responsabilità, diventando subito grande.