‘Spogliatoio distrutto’, violenta colluttazione tra compagni di squadra | Chi è rimasto ferito
L’annata si avvicina al momento della verità: il gruppo si spacca proprio alla vigilia di un match fondamentale.
La stagione calcistica sta entrando nel vivo e come inevitabile che sia l’importanza della posta in palio delle singole partite cresce di settimana in settimana. Certo, come recita il manuale del bravo allenatore ogni partita vale tre punti, dalla prima di campionato all’ultimo, ma è altrettanto evidente che ogni match non è uguale all’altro.
Le prime macro-differenze riguardano il profilo tattico. Quando il campionato è alle prime battute e la classifica deve ancora prendere forma, al pari degli obiettivi di ciascuna squadra, i tecnici fanno infatti giocare le proprie squadre in maniera più aperta, anche a costo di andare incontro a qualche sconfitta.
Lo spessore morale e soprattutto caratteriale di un gruppo si misura infatti anche, se non soprattutto, dalla capacità di rialzarsi dopo un ko anche immeritato, e magari inaspettato. Insomma, c’è un tempo per sperimentare, e uno per pensare alla classifica. In quest’ultima fase l’attenzione prestata alla qualità del gioco si abbassa a favore del tentativo di raggiungere il traguardo fissato dalla società.
Questo concetto vale per le squadre di club, ma pure per le nazionali, sebbene il percorso di queste ultime in un grande torneo sia molto più breve e di conseguenza ogni partita abbia un’importanza quasi decisiva. Va però da sé che se si parla di una rappresentativa di un certo livello, che punta quindi a vincere il Mondiale o a laurearsi campione continentale, la tensione salga con l’inizio della fase ad eliminazione diretta.
Tottenham, Son e la “misteriosa” fasciatura alla mano
Ne sanno qualcosa le nazionali che hanno appena terminato le rispettive avventure in Coppa d’Asia e Coppa d’Africa. Qatar e Costa d’Avorio si sono laureate campioni al termine delle due competizioni durate un mese e nelle quali non sono mancate sorprese. Una di queste ha riguardato la Corea del Sud, fermatasi in semifinale contro la Giordania. Un ko inatteso, figlio forse anche della fortissima tensione respiratasi alla vigilia all’interno dello spogliatoio.
Tensione rimasta ben… visibile sulla mano del capitano Son heung-min anche dopo la fine della competizione. L’attaccante è subito tornato a giocare per il suo Tottenham, risultando decisivo con un assist per la vittoria contro il Brighton di Roberto De Zerbi. Non è tuttavia passata inosservata la sua vistosa fasciatura a due dita della mano destra. Ebbene, a renderla necessaria è stata una ferita rimediata a causa di una rissa avvenuta alla vigilia di Corea-Giordania.
Polveriera Corea del Sud: clamorosa rissa prima della semifinale di Coppa d’Asia
A svelare il tutto è stato The Sun, che ha ricostruito fedelmente la vicenda. Alla vigilia del match alcuni dei giocatori più giovani della Corea hanno interrotto la cena con i compagni per andare a giocare una partita di ping pong. Non il modo migliore per prepararsi a una gara così importante. L’episodio ha fatto infuriare Son che lo ha fatto notare ai “responsabili”.
Questi ultimi avrebbero però reagito bruscamente, da qui la colluttazione che avrebbe avuto come protagonisti lo stesso Son e Kang-in Lee, promettente attaccante del PSG. Quest’ultimo, intervistato da Talk Sport, si è scusato cercando di chiudere la polemica: “Mi dispiace per quello che è successo. Avrei dovuto ascoltare. Mi scuso con i giocatori più esperti e mi scuso per non aver mostrato un buon atteggiamento”. Caso chiuso, quindi. In attesa che la ferita si rimargini…