‘Hanno raggirato le regole’: a partita in corso succede l’impensabile | Scoperto il trucchetto per vincere
Il calcio è in continua evoluzione: tra propositi di riforma e regole ferree, i club provano ad industriarsi per sopravvivere…
Dalla Superlega al progetto di riforma del format dei campionati professionistici italiani, passando per la rinnovata Champions League al via nella prossima stagione. Il mondo del calcio è in continuo rinnovamento, in campo nazionale e non solo, con un unico, grande obiettivo comune a tutti i progetti: ricercare il massimo del profitto.
Lo sport più praticato e seguito al mondo è del resto ormai un vero e proprio business, o per usare un termine meno d’impatto e più romantico, un’azienda che in quanto tale ha l’imperativo di chiudere sempre in attivo. Così, che si tratti del calcio domestico, con le singole Federazioni a tirare le fila, o di quello internazionale, dove a comandare sono Uefa e Fifa, l’intento è quello di cercare di aumentare i profitti.
Perché se la torta è sempre delle stesse dimensioni, e non varia il numero dei soggetti tra i quali questa va distribuita, l’unica soluzione per fare tutti contenti è quella di… fare fette sempre più grandi, dal momento che limitarsi ad evitare di rimpicciolirle non è più sufficiente a causa del fatto che per molti club le spese superano gli incassi.
Né si può pensare che i denari provenienti dalle tv possano bastare e neppure che questi ci saranno per sempre. Per garantirli urge appunto rinnovare il prodotto, modificando le formule delle competizioni e magari aumentando il numero delle partite, pur in un calendario già super affollato. Da qui la Champions League che prenderà forma dalla prossima stagione, sul modello della Superlega del basket, un girone unico e due partite in più rispetto alla formula attuale.
Il calcio italiano verso le riforme: quale spazio per i giovani?
In Italia, invece, nulla dovrebbe cambiare nel breve periodo, almeno ai piani alti, dopo che il tentativo di “golpe” di Inter, Juventus e Milan di ridurre la Serie A a 18 squadre è stato bocciato dalla Lega. Le novità potrebbero invece riguardare la possibile riforma della Serie C, dove da anni, come accade in D, si punta a dare il maggior spazio possibile ai giovani, con l’obbligo per i club a schierarne un numero minimo.
Stilare le formazioni senza mai perdere di vista l’anno di nascita dei giocatori può non essere semplice, eppure tale accorgimento è stato fatto proprio anche da diverse altre Federazioni, anche a livello di massima serie. Non tutte le leggi, però, sono perfette, e la riprova arriva dalla Slovenia, dove ha fatto scalpore quanto successo in un classico testacoda valevole per la quarta giornata del girone di ritorno.
Slovenia, fa discutere l’idea “meravigliosa” del Rogaska
Neppure troppo classico, in verità, perché un match in apparenza senza storia tra il Rogaska ultimo e l’Olijmpia Lubiana secondo, divise da ben 26 punti, è diventato un vero e proprio caso nazionale. La “colpa” è della scaltra (eufemismo…) interpretazione data dal Rogaska alla norma che richiede l’utilizzo come titolare in ogni partita di almeno un Under 21.
Il tecnico ha puntato a sorpresa sul portiere Zan Lorber, addirittura classe 2006. Una scelta rischiosa al cospetto di un avversario forte, peccato che Lorber in campo ci sia rimasto per… pochi secondi. Dopo il fischio d’inizio, infatti, un giocatore del Rogaska ha calciato il pallone in fallo laterale e in quel momento ecco la prima sostituzione, con Lorber sostituito dal titolare Ajdin Mulalic, 29 anni. Quest’ultimo aveva evidentemente iniziato la partita dalla panchina in assenza di altri under da schierare. La partita è poi finita 2-2, con l’Olijmpia capace di raggiungere il pareggio solo in pieno recupero. Facile pensare che a breve la norma verrà riveduta e corretta…