Cause del decesso ancora ignote: si è spento un grande del calcio | Annuncio in mattinata
Il mondo del calcio piange per la scomparsa di un grande campione che ha stretto un legame speciale con l’Italia.
Grandi doti in campo, con sgroppate in grado di mettere in seria difficoltà le difese avversarie e un percorso destinato ad interrompersi proprio nel paese che lo ha adottato. Ci sono personaggi che si sentono legati indissolubilmente al proprio paese di nascita e altre che scoprono una nuova cittadinanza fatta di sangue ed emozioni.
In quest’ultimo caso si può scoprire di amare una città e un paese che non corrisponde a quelli in cui si è cresciuti. L’importante è sentirsi bene, sentirsi a casa. Proprio quello che è successo a questo grande sportivo che con le sue giocate ha contribuito a rendere affascinante il pallone nel nostro paese.
L’Italia accoglie tutti e ha da sempre un occhio di riguardo per chi viene da fuori: il nome esotico tante volte viene preferito (anche per ragioni economiche) ai talenti Made in Italy. Una volta forse queste non erano le dinamiche del mercato perché c’erano altri valori.
La classe però non ha confini e colori. La città di Firenze saluta per l’ultima volta un grande campione. Un uomo che ha lasciato il segno in diverse piazze italiane prima di decidere di trasferirsi dove batteva il suo cuore.
Un legame speciale
Si è spento a 89 anni nella sua casa di Firenze, la città che ha amato più di tutte le altre. Kurt Hamrin, detto l’Uccellino, ha deciso di vivere almeno due vite. Una da atleta e l’altra da uomo alla ricerca di se stesso.
Arriva in Italia nel 1956 e veste le maglie di Juventus e Padova. Due anni dopo è vice campione del Mondo con la sua Svezia e arriva una chiamata speciale, quella della Fiorentina.
Un record “condiviso”
Hamrin è entrato nel cuore della tifoseria viola e anche nei libri di storia. Con i suoi 151 gol in 289 presenze è stato per molti anni il bomber più prolifico del club toscano.
Proprio nell’era più recente però ci ha pensato un certo Gabriel Omar Batistuta a superarlo soltanto di un gol, con lo stesso Hamrin che in un’intervista, come riporta Il Fatto Quotidiano, aveva mostrato una discreta insofferenza di fronte alla “spinta” data al bomber argentino proprio prima che si ritirasse. I miti non lasciano mai nessuno indifferente e Hamrin verrà ricordato anche per questo.