Sinner, dopo il trionfo l’impensabile rivelazione: ‘Ha rimontato grazie a un dettaglio’ | Nessuna chance per Medvedev
Spunta un curioso retroscena sulla spettacolare finale degli Australian Open che ha incoronato gli azzurri tra i grandi del tennis mondiale.
Jannik Sinner è atterrato tra i grandi del tennis mondiale con tempismo perfetto rispetto alle previsioni fatte dagli addetti ai lavori quando ancora il neo campione degli Australian Open era un teenager. Anzi, forse con leggero anticipo, dal momento che non era facile immaginare che sarebbe stato in grado di vincere il primo Slam a 22 anni.
A conti fatti, quindi, l’unica volta in cui il rosso di Sesto Pusteria è arrivato in ritardo è stato con… il Presidente della Repubblica. Già, perché se ogni promessa è un debito, figurarsi se il patto è stato stretto con la prima carica dello Stato. Eppure, Jannik al Quirinale arriverà con… due mesi di ritardo.
Già, perché Sergio Mattarella aspettava Sinner già da dicembre, per rendere a Jan e ai compagni di squadra della Coppa Davis i doverosi onori dopo il trionfo di fine novembre a Malaga contro l’Australia. Le meritate vacanze che attendevano gli Azzurri hanno però fatto slittare di un paio di mesi il più importante tra tutti gli appuntamenti istituzionali possibili.
Del resto la stagione tennistica regala ormai pochissimi spazi liberi all’infuori del mese di dicembre e quanto accaduto dopo ha giustificato il ritardo, dal momento che il 2024 di Sinner si è aperto nel miglior modo possibile. L’apoteosi a Melbourne fornirà quindi al numero 4 del mondo l’occasione per ricevere una doppia stretta di mano da Mattarella, pronto a complimentarsi con chi ha già un posto nella storia dello sport italiano.
Retroscena Sinner: il punto di svolta del match del trionfo agli Australian Open
Jannik ha conquistato il primo Slam al 17° tentativo, tanti quanti Roger Federer. Altro che numero porta sfortuna, quindi, semmai si può parlare di cifra magica da predestinati. Perché le modalità che hanno visto Sinner rimontare e battere Daniil Medvedev non potranno essere dimenticati da nessuno tra coloro che, dal vivo o dalla tv, hanno scelto di dedicare quasi cinque ore di una domenica mattina solo in apparenza qualunque alla visione di un match storico.
E pensare che nei primi due set l’italiano sembrava essere stato inaspettatamente paralizzato dalla tensione. A Jannik non è riuscito praticamente nulla, a partire dal servizio, al netto di un approccio quasi perfetto del russo, dal punto di vista tattico, ma anche agonistico, fisico e tecnico. Ma quando è avvenuta la svolta del match, quando Sinner ha capito che non era ancora tutto perso? La palla break annullata sul 30-40 al 7° gioco del quarto set? Anche, ma non solo….
Sinner, il consiglio d’oro di Vagnozzi: come Jannik ha fatto crollare le certezze dì Medvedev
La chiave di svolta della partita è stata nel finale del secondo set quando, sotto di due break, Sinner ha rischiato un cappotto che avrebbe rischiato di stenderlo sul piano psicologico. “Cosa posso fare?” ha allora chiesto Jannik con sguardo smarrito al proprio angolo. La risposta non si è fatta attendere ed è stata ben udibile anche per i telespettatori: “Usa questo game per fare qualcosa di diverso. Anche sulla seconda vai dietro. Forza, Alè” il messaggio del tecnico Simone Vagnozzi.
Detto, fatto. Proprio in quel game, infatti, Sinner ha iniziato a erodere le certezze di un Medvedev che, dal canto proprio, ha iniziato a giocare con troppa sicurezza, prima di cedere alla stanchezza. Jannik ha strappato per la prima volta il servizio all’avversario, cedendo sì il set, ma entrando “ufficialmente” in partita. Da quel momento tutto è cambiato magicamente, sul piano tecnico e psicologico e il match si è progressivamente trasformato in una passerella trionfale per l’italiano. Un motivo in più per credere che la scelta di cambiare coach, abbandonando lo scopritore Riccardo Piatti nel 2022, si è rivelata la migliore possibile