‘Djokovic è troppo forte’: alla fine ha alzato bandiera bianca | Sinner può solo guardare
Il numero 1 del mondo si conferma implacabile agli Australian Open: anche gli avversari più forti devono prenderne atto.
Melbourne, provincia di… Belgrado. Di fronte a una carriera come quella di Novak Djokovic è impossibile individuare un punto debole, ma tutt’altro che facile è anche scegliere il colpo migliore, ma soprattutto i tornei preferiti. Se però 10 dei 24 Slam che attualmente compongono la bacheca di Super Nole sono stati conquistati in Australia, un indizio c’è.
Grazie al successo al termine della maratona contro Taylor Fritz Djokovic ha conquistato la semifinale numero 48 in un Major, l’undicesima in assoluto a Melbourne, sesta consecutiva partendo dal 2019, dal momento che come noto nel 2022 Nole non ha potuto partecipare al primo Slam della stagione a causa delle note vicende legate all’emergenza sanitaria per l’epidemia di Coronavirus.
A conti fatti l’ultimo in grado di sconfiggere il serbo sul veloce australiano in uno Slam è stato il coreano Chung Hyeon. Il classe ’96 raggiunse proprio quell’anno l’apice della propria carriera arrivando alle semifinali a Melbourne, un anno dopo il trionfo nella prima edizione delle Next Gen Finals e seppe entrare nella storia del tennis proprio grazie all’impresa compiuta il 22 gennaio 2018.
A tutt’oggi quella resta l’ultima sconfitta subita da Nole agli Australian Open, torneo che avrebbe vinto dal 2019 al 2021 e poi nel 2023. Nell’edizione in corso il numero 1 del mondo ha trasmesso sensazioni contrastanti. Avvicinatosi al torneo con qualche brivido legato all’infortunio al polso subito a inizio anno, costatogli la sconfitta contro Alex De Minaur nella United Cup, primo ko sul suolo australiano dopo 43 partite vinte consecutivamente, Djokovic ha stentato anche nei primi turni dello Slam.
Djokovic più forte dell’infortunio al polso: nuova semifinale in Australia
Le sbavature evidenziate nei primi tre turni al croato Dino Prizmic e all’australiano Alexei Popyrin, capaci di strappare a Novak il secondo set, sono state però via via cancellate nei match successivi, quello contro il giovane argentino Tomas Martin Etcheverry e soprattutto il francese Adrian Mannarino, spazzato via agli ottavi dopo essere stato in grado di conquistare appena tre giochi.
Il pass per la semifinale, però, è stato ottenuto solo al termine di un’autentica maratona contro Taylor Fritz. Il numero 1 del tennis statunitense si è arreso dopo quattro ore e dopo aver giocato alla pari di Djokovic nei primi due set. Poi la qualità del gioco di Fritz si è abbassata e pure la lucidità mentale, al contrario di quella del proprio rivale, che non ha mostrato alcun segno di cedimento.
Aspettando Djokovic-Sinner: il messaggio di Taylor Fritz
Intervenuto nella conferenza stampa post partita lo stesso Fritz non ha potuto fare altro che constatare la superiorità non solo tecnica di Djokovic, che gli ha impedito di raggiungere la prima semifinale della carriera in uno Slam: “Nole è molto veloce, ti fa lavorare tanto e sbaglia pochissimo. Poi sappiamo tutti quanto sia bravo nel rispondere, quindi appena la qualità del mio gioco è scesa non c’è stato nulla da fare”.
Un’analisi obiettiva, della quale dovrà far tesoro anche Jannik Sinner in vista della semifinale che si annuncia spettacolare, terzo incrocio tra i due negli ultimi due mesi dopo quelli alla finale delle ATP Finals e in Coppa Davis. A quattro mesi dal compleanno numero 37 Djokovic è ancora perfettamente in grado di tenere testa ai migliori del mondo e ai più giovani, come ammesso dallo stesso Fritz: “Da quello che mi ricordo dalla prima volta che abbiamo giocato per me è tanto bravo quanto lo è sempre stato”. La saga continua…