Contratto strappato: lo cacciano via dopo la partita | Gesto inaccettabile e guai fino al collo
La decisione è stata ufficialmente presa: lascia ufficialmente la squadra. Rescissione del contratto dopo un gesto gravissimo
Il regolamento calcistico considera come comportamento antisportivo i gesti da parte di un calciatore che commette falli, atti, o ha atteggiamenti che non hanno nulla a che fare con lo spirito del gioco, dando anche cattivo esempio a chi li guarda.
Comportarsi in maniera antisportiva è uno degli elementi sui quale maggiormente si discute nel mondo del calcio. Un fenomeno che avviene sia dentro che fuori dal campo, divenuto ancor più grande con l’esplosione dei social network.
Sono varie le situazioni che rispecchiano l’opposto del fair play, distruggendo ogni etica morale e sportiva. Esempi possono essere il non restituire intenzionalmente il pallone dopo un’interruzione di gioco, ingannare l’arbitro, esultare in maniera eccessiva nei confronti degli avversari o la sua tifoseria e tanto altro.
Seppur nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a tantissimi episodi di questo genere, ce ne sono alcuni che sono dopo tantissimi anni sono ancora al centro di migliaia di polemiche, avendo un peso mediatico nettamente maggiore.
La classifica
Nella classifica all-time c’è sicuramente la mano di Henry in Francia-Irlanda, che ha permesso ai francesi di qualificarsi, a differenza degli irlandesi: la simulazione di Sergio Busquets in Barcellona-Inter, con tanto di sorriso in telecamera.
Non possono che essere menzionate la parata di Buffon in Milan-Juventus, un metro dentro la porta, e la “Mano de Dios” di Diego Armando Maradona in Inghilterra-Argentina del 1986, che ancora ad oggi è così attuale da potersi definire il gol più discusso della storia del calcio.
Calcio e politica
Seppure sono gesti che vanno condannati e sono al centro di discussione ancora ai tempi attuali, l’errore più grande è quando si mischiano il calcio e la politica, soprattutto se si fa riferimento a situazioni delicate. È il caso di Sagiv Jehezkel, calciatore dell’Antalyaspor, che è stato accusato di incitamento all’odio e all’ostilità dal suo stesso club.
Ciò è nato a causa del suo gesto nel mostrare alla telecamere del campo la fasciatura con scritto “100 giorni. 7/10“, in riferimento alla data dell’attacco di Hamas ad Israele in cui vennero sequestrati 240 israeliani, in segno di protesta per la sua nazione. In attesa di conoscere l’esito dell’accaduto dal punto di vista penale, il presidente, sostenitore dei palestinesi. ha già optato per la sospensione del calciatore e sta lavorando per la risoluzione immediata del contratto.