“Alla società auguro il meglio”: il mister ha rotto il silenzio | Non c’era più altra scelta
Dopo una carriera piena di trionfi arriva lo sfogo inaspettato del tecnico: il messaggio che commuove i tifosi.
Grandi calciatori che non hanno saputo ripetere le stesse gesta dalla panchina. E viceversa. La storia del calcio è piena di esempi di entrambi i casi. Del resto chi ha sperimentato entrambe le carriere, a prescindere dai successi ottenuti, è il primo a rimarcare le differenze.
La più ovvia è legata al fatto che, pur trattandosi di uno sport di squadra, chi gioca a calcio lo fa in maniera individuale e pensa solo con la propria testa, fermo restando la necessità di integrarsi nel gruppo e, per i più bravi, di saper leggere nella mente dei compagni, dettando un passaggio o intuendo in anticipo dove andrà il pallone.
Quando invece si ha la responsabilità tecnica di un gruppo bisogna saper… pensare per (almeno) 23 teste, dal momento che i compiti di un allenatore non si esauriscono nello studiare l’avversario e le tattiche migliori da adottare, la formazione o i cambi da effettuare. Soprattutto nel calcio moderno è indispensabile essere dei bravi motivatori e saper capire il termometro dello spogliatoio in tutte le fasi della stagione.
Non abbattersi quando le cose vanno male e non esaltarsi se il rendimento della squadra è buono è solo il primo “comandamento”. Per farla breve, non tutti coloro che hanno scritto la storia del calcio sui campi hanno dimostrato di possedere le qualità necessarie per ottenere successi dalla panchina.
Stankovic, dai fasti con l’Inter alla retrocessione con la Sampdoria
Vale però anche, se non soprattutto, il discorso contrario. Da Zdenek Zeman a Maurizio Sarri, fino a Alberto Zaccheroni, Arrigo Sacchi e José Mourinho sono numerosi i casi di allenatori vincenti senza alle spalle un passato da campioni e in qualche caso neppure da calciatori. Lo Special One è sicuramente il più vincente tra quelli citati o quantomeno quello che è stato in grado di restare ad alti livelli più a lungo.
Ora le cose per il tecnico portoghese non stanno andando per il meglio alla Roma e chissà che proprio Mourinho non abbia avuto una parola di conforto nei mesi scorsi per un suo allievo come Dejan Stankovic. L’ex centrocampista serbo, campione di tutto nell’Inter di Mou, è infatti reduce dalla traumatica esperienza sulla panchina della Sampdoria.
Dejan Stankovic e il messaggio per i tifosi della Sampdoria
Arrivato a Genova nell’ottobre 2022 dopo la fine della lunga e vincente esperienza alla Stella Rossa (tre titoli serbi vinti), Stankovic non è riuscito ad evitare la retrocessione in B ai blucerchiati, figlia anche delle gravi problematiche societarie. Intervenuto a “90° minuto”, l’ex centrocampista della Lazio è tornato a parlare di quei difficili mesi: “Ho cercato di dare tutto me stesso, così come i ragazzi. Io non volevo mollare, ci ho sempre messo la faccia, ma a gennaio avevo già capito come sarebbe andata a finire”.
La stagione si è conclusa con una retrocessione con largo anticipo, ma Stankovic, oggi alla guida del Ferencvaros, non dimentica l’affetto ricevuto dai tifosi, rimasti al fianco della squadra fino alla fine: “La Sampdoria è una società gloriosa alla quale auguro il meglio. La tifoseria è stata l’unico raggio di sole. Una situazione del genere non la augurerei mai a nessuno, ma è stata un’esperienza molto forte”.