Polverone in Italia, il presidente annuncia la crisi: dalla retrocessione al pericolo fallimento | Panico in città
Ore d’ansia per i tifosi di una delle società più storiche e gloriose del calcio italiano: le parole del massimo dirigente aprono la crisi.
Lo scorso 4 dicembre gli appassionati di calcio di tutto il mondo hanno appreso la notizia della cessione-record dei diritti tv della Premier League, le cui partite per il quadriennio 2025-2029 saranno trasmesse da Sky Sports e TNT Sports per la cifra “shock” di 6,7 miliardi di sterline, l’equivalente di 7,8 miliardi di euro.
L’ammontare del pacchetto, che comprende anche quanto versato da BBC Sport per la trasmissione degli highlights in chiaro, sposta ulteriormente in avanti il gap che separa il sempre più ricco calcio inglese da quello degli altri paesi top d’Europa, se è vero che cifre di questo tipo, oltre che per la Serie A, sembrano irraggiungibili anche per Francia e Spagna.
Facile quindi immaginare che le prossime sessioni di calciomercato portino ad un’ulteriore diaspora dei giocatori più forti verso la Premier, dalla quale invece sembrano poter partire solo “esuberi”, ovvero giocatori tecnicamente non all’altezza di misurarsi con i migliori e giocoforza costretti a parametrare i propri stipendi con il torneo in cui andranno a militare.
Questo del resto fanno pensare gli “appena” 900 milioni a stagione di cui si è accontentata la Serie A nel battezzare l’accordo con Dazn e Sky per lo stesso quadriennio (2025-2029), termometro di un calcio che sembra destinato a fare sempre più fatica ad emergere in Europa e nel quale una retrocessione rischia di aprire voragini nei bilanci.
Dalla Serie A alla lotta per evitare l’Eccellenza: il declino della Pistoiese
Un concetto, quest’ultimo, che si rafforza man mano che si scende da una categoria all’altra. Perché se passare dalla A alla B è un trauma non solo per i tifosi, retrocedere dalla B alla C o addirittura sprofondare tra i dilettanti può arrivare a mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza del club, come hanno appreso poco prima di Natale i tifosi di un club glorioso.
Stiamo parlando della Pistoiese, che al secondo campionato consecutivo in Serie D si è trovata costretta a cambiare in corsa i propri obiettivi. Da gennaio la rosa degli arancioni sarà infatti composta solo da elementi del settore giovanile chiamati a evitare la retrocessione in Eccellenza.
Pistoiese, la rosa si svuota: in campo vanno solo gli Juniores
“Siamo partiti con l’ambizione di poter salire in Serie C, ma ora dobbiamo guardare in faccia la realtà – le parole del presidente Maurizio De Simone – Dobbiamo mantenere la categoria e tenere in vita il club. Per concludere la stagione ci vorranno tra i 600 e gli 800mila euro, promuoveremo 8-10 Juniores”. Parole dure da accettare per una tifoseria che ha conosciuto anche la Serie A, nel 1980, e che fino al 2021 non aveva mai visto la propria squadra retrocedere sul campo tra i dilettanti.
Dopo aver perso il testa a testa per la promozione con la Giana Erminio nel girone D della scorsa Serie D, la Pistoiese aveva iniziato questa stagione con ambizioni immutate, nonostante una situazione societaria già delicata, prima che la situazione precipitasse. Nell’ultima partita prima di Natale, al Melani contro il Lentigione, sono scesi in campo solo giocatori del 2005 e del 2006, dopo che gli altri giocatori della rosa avevano firmato la risoluzione del contratto pochi minuti prima. Al nuovo tecnico Gabriele Parigi, promosso dal vivaio al posto di Luigi Consonni, esonerato per motivi di bilancio, spetterà il compito di conquistare la salvezza con il gruppo di giovanissimi. Un traguardo che, nonostante i 27 punti già ottenuti nel girone d’andata, si annuncia come un’impresa.