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Dopo l’infarto ecco l’annuncio: “Tutta la famiglia…” | A comunicarlo direttamente i medici

Barella
Infarto in campo, calcio nel dramma – Foto Ansa – Ilgiornaledellosport.net

Ancora paura su un campo di calcio: il capitano si accascia e scatta il panico. Compagni e tifosi con il fiato sospeso.

La sicurezza nel mondo dello sport ha fatto passi da gigante. Dal ciclismo agli sport motoristici gli standard di sicurezza raggiunti da ormai qualche anno permettono ai protagonisti stessi di gareggiare consapevoli di correre rischi inferiori rispetto anche a pochi anni fa.

Dal casco obbligatorio per i ciclisti alla realizzazione di moto o di abitacoli per la Formula 1 sempre più sicuri, non sono pochi gli episodi di incidenti anche spettacolari risoltisi senza conseguenze per i protagonisti. Si pensi ad esempio all’introduzione dell’halo, il “cabinotto” sopra la testa dei piloti di F1, che in più di un’occasione si è rivelato fondamentale per evitare il peggio.

Una componente di rischio, tuttavia, resta purtroppo sempre ed è connessa con la stessa attività sportiva, professionistica o non. Il calcio non fa eccezione, anche se in questo caso si entra nel delicato campo della discrezionalità di medici e federazione. Il riferimento è ai casi di Christian Eriksen e Daley Blind, che dopo essere stati vittime di malori in campo hanno potuto tornare a giocare dopo l’impianto di defibrillatori sottocutanei.

Tale standard di sicurezza è tuttavia ritenuto sufficiente in alcune nazioni e non in altre, se è vero che il centrocampista danese non ha potuto riprendere l’attività in Italia proprio a causa della mancata concessione dell’idoneità agonistica, riprendendo a giocare in Inghilterra, dove è invece concesso praticare sport ad atleti con il defibrillatore sotto pelle.

Luton Town, paura per Lockyer: arresto cardiaco in campo

Sempre più spesso, tuttavia, si sta assistendo a casi di giocatori che restano vittime di un secondo malore dopo essere riusciti a mettersi alle spalle la prima, grande paura. Si pensi a quanto accaduto a Dragisa Gudelj, fratello minore del più famoso Nemanja, difensore del Cordoba vittima di un malore nel marzo 2023, al quale sono stati impiantati due defibrillatori, ma collassato nuovamente in campo lo scorso ottobre.

Situazioni molto delicate alle quali la medicina sportiva non ha ancora dato risposte e non inedite. Con la salute non si scherza, come sa pure il capitano del Luton Town Tom Lockyer, vittima di un arresto cardiaco il 17 dicembre durante la partita di Premier League contro il Bournemouth.

Tom Lockyer
Il capitano del Luton Town Tom Lockyer – Foto Ansa – Ilgiornaledellosport.net

Il comunicato del Luton sulle condizioni di Lockyer

Il tempestivo intervento dei medici, chiamati in campo da arbitro e giocatori una volta compresa la gravità della situazione, hanno evitato il peggio. Il gallese ha ripreso presto conoscenza, ma le sue condizioni sono tenute sotto stretta osservazione dal momento che Lockyer aveva già subito un arresto cardiaco lo scorso giugno durante la finale playoff tra il Luton e il Coventry.

“Tom è ancora sottoposto a test e scansioni e sta aspettando i risultati prima che vengano determinati i prossimi passi per il suo recupero – si legge nel comunicato diffuso dal Luton – Vogliamo tutti il meglio per Tom, per il suo partner Taylor e per tutta la famiglia Lockyer, e chiediamo gentilmente che la sua e la loro privacy sia rispettata in questo momento difficile”. Parole che sottolineano la delicatezza della situazione e il fatto che tutte le parti coinvolte si stanno adoperando per assicurare al classe ’94 la miglior assistenza possibile. Perché la vita di un atleta conta molto di più della sua professione e della sua carriera.