30 giorni di prognosi: aggressione brutale fuori lo stadio | Pestato a sangue senza motivo
Il calcio italiano torna a fare i conti con la violenza all’interno degli impianti: fatto agghiacciante, picchiato mentre è al lavoro.
Nell’ultimo weekend di novembre il calcio italiano si è mobilitato per far sentire la propria voce, in tutti i sensi, contro una delle piaghe più angoscianti della società moderna, la violenza sulle donne, in tutte le sue forme, verbale e fisica, sotto forma di stalking, minacce o, nei casi più agghiaccianti, di omicidi.
La barbara uccisione di Giulia Cecchettin è stato solo l’ultimo dramma di una serie troppo lunga e il cui elenco continua ad aggiornarsi, con cronache che arrivano da tutta Italia legate a denunce troppo spesso tardive da parte delle vittime di uomini che imperdonabilmente confondono l’amore con l’oppressione.
I capitani delle 20 squadre di Serie A hanno pronunciato un breve appello per sensibilizzare gli spettatori sul tema prima dell’inizio delle partite della 13° giornata, che si è disputata con uno speciale pallone rosso, lo stesso colore del segno che tutti i giocatori si sono dipinti sul volto per sottolineare l’importanza del tema.
In diversi stadi, inoltre, ultimo quello di Bologna prima del posticipo contro il Torino, si sono letti significativi striscioni preparati ad hoc dai tifosi, volti a rimarcare come nessun amore non corrisposto possa costare la vita ad una donna. Un messaggio forte che arriva dal mondo del calcio, già da tempo attivo sulle tematiche sociali.
Barbara violenza in tribuna: paura in Serie C
Del resto ad anticipare l’intenzione dei vertici dello sport più popolare d’Italia di affermarsi anche come veicolo di messaggi socialmente utili era stato il presidente della Lega Massimo De Siervo proprio poche ore dopo la tragedia di Giulia Cecchettin. Per il mondo del calcio restano tuttavia ancora da combattere tante battaglie pure al proprio interno, prima tra tutte quella volta a debellare la violenza dentro e fuori dagli stadi.
Tanto si è fatto negli ultimi anni e oggi, anche per chi vuole seguire la propria squadra in trasferta, i rischi si sono ridotti sensibilmente, eccezion fatta per qualche partita particolarmente “calda”, per la quale vengono comunque quasi sempre presi provvedimenti speciali. Molto resta invece ancora da fare per debellare la violenza verso chi dentro a uno stadio lavora, che si tratti di giovani arbitri o di steward. L’ultimo esempio in tal senso arriva dalla Serie C e in particolare da Torre del Greco.
Incidenti durante Turris-Audace Cerignola, steward aggredito
La partita giocata domenica 26 settembre allo stadio Amerigo Liguori tra Turris e Audace Cerignola, valida per la 15a giornata del girone C, è stata infatti caratterizzata da tensioni tra le tifoserie, costate molto care proprio a un giovane steward, aggredito selvaggiamente da un sostenitore della Turris che stava cercando di entrare nel settore riservato alla tifoseria ospite.
Il ragazzo, come si legge nella nota ufficiale diffusa dalla Turris, ha subito “lesioni guaribili in 30 giorni. Le forze dell’ordine hanno identificato l’aggressore arrestandolo immediatamente”. Un episodio ancora più paradossale se si pensa che i tifosi del Cerignola avevano avuto il divieto di recarsi in Campania e che quindi quel settore era vuoto. Al ragazzo che stava soltanto facendo il proprio lavoro resterà una grande e inspiegabile paura. Al calcio italiano tanti punti interrogativi.