Sinner sconfitto in finale: ‘Vi svelo perché ha perso’ | Il motivo è clamoroso
Jannik Sinner ha entusiasmato gli italiani durante le ATP Finals, arrendendosi solo in finale: ecco le ragioni del ko.
Il sogno di Jannik Sinner di diventare il primo italiano a vincere le ATP Finals si è scontrato contro la fame di successi di Novak Djokovic, che a 36 anni e mezzo teneva particolarmente a mettere in bacheca il settimo titolo nel “torneo dei campioni”.
Grazie al netto 6-3, 6-3 rifilato al talento di San Candido, il serbo è infatti salito da solo al comando dell’albo d’oro delle Finals, staccando Roger Federer che si è fermato a quota sei. A Torino Djokovic ha conquistato il 98° titolo della carriera e chiudendo un altro anno solare ai limiti della perfezione, con tre Slam vinti, Australian Open, Roland Garros e US Open.
Il primo successo nel round robin delle Finals, inoltre, quello contro Holger Rune, aveva dato a Nole la certezza di chiudere il 2023 al primo posto della classifica ATP, come già accaduto altre sette volte, a prescindere da quello che sarebbe stato il proseguimento del cammino a Torino. Anche in questo caso si tratta di un record assoluto.
Insomma, la leggenda vivente di Belgrado si è messa definitivamente alle spalle un 2022 da dimenticare, iniziato con lo stato di fermo a Melbourne per il suo status di no-vax e caratterizzato da un solo Slam vinto, Wimbledon, dall’assenza forzata a Flushing Meadows e dal “crollo” fino alla settima posizione della classifica mondiale.
Djokovic, Sinner e i due (opposti) match in 72 ore
Impossibile pensare al ritiro dopo un anno del genere e allora ecco che della sete di rivincita di Djokovic ha fatto le spese proprio Sinner, spazzato via in poco più di due ore nell’atto conclusivo delle Finals, appena tre giorni dopo l’indimenticabile spettacolo del match del round robin, che aveva avuto ben altro esito.
La giornata di mercoledì 15 novembre è infatti entrata nella storia dello sport italiano grazie al primo, storico successo che Jannik ha saputo ottenere in carriera su Djokovic. Tre set combattutissimi, con due tie break, avevano evidenziato la crescita esponenziale di Sinner sul piano tecnico, dal servizio alla varietà dei colpi, ma anche dal punto di vista della personalità, leggi la freddezza nel giocare i punti decisivi. Eppure, 72 ore dopo tutto sembrava incredibilmente diverso.
ATP Finals, Sinner ko in finale: la chiave di lettura di Adriano Panatta
Possibile che il gap tra un mito del tennis e uno dei principali esponenti della New Generation si sia di nuovo allargato in così pochi giorni? Certo che no e a confermarlo è stato uno che di racchette, di titoli vinti e di come si batte un numero uno ne sa qualcosa come Adriano Panatta. Il vincitore del Roland Garros 1976, oggi apprezzato telecronista per la Rai, ha spiegato il ko di Sinner in finale con la stanchezza patita dall’italiano, che in stagione ha disputato ben 76 partite.
“Sinner ha tutto per diventare il numero uno del mondo tra pochi anni, ma oggi ha accusato la stanchezza che lo ha fatto sbagliare molto. Djokovic invece è stato ai limiti della perfezione e in giornate così è quasi imbattibile” la “sentenza” di Panatta a ‘La Domenica Sportiva’. Chissà come sarebbe andata se Jannik avesse perso contro Rune nel girone, risultato che avrebbe estromesso Djokovic dal torneo. Ma la sportività vince sempre e l’ultimo step di crescita passa anche da sconfitte “salutari”. Soprattutto se arrivate pochi giorni dopo una vittoria da antologia.