Addio per motivi personali: lascia la panchina | Dopo anni abbandona l’incarico
Durante la sosta per gli impegni delle nazionali è scoppiato un caso in una big del calcio europeo: l’allenatore sbatte la porta.
Il calcio, come il mondo dello sport in generale, è fatto anche, se non soprattutto, di scelte. Da fare se possibile nei tempi giusti, perché sbagliarne una potrebbe anche rivelarsi esiziale nel corso di una carriera la cui durata non è paragonabile a quella di tante altre professioni.
Perché gli sportivi, in particolare coloro che sono stati in grado di raggiungere alti livelli, saranno anche dei privilegiati per aver avuto la possibilità di trasformare la propria passione in un lavoro, oltre che per gli ingaggi percepiti, ma hanno pure qualche svantaggio rispetto ad un lavoratore “normale”.
Il più significativo di questi concerne la necessità di reinventarsi un’altra carriera a 40 anni circa. Di fatto un obbligo per chi ha vissuto lo sport ad alti livelli fino a 30 anni fa, ovvero quando gli stipendi non erano paragonabili a quelli attuali, ma “consigliabile” anche alle stelle dei giorni nostri, che pure da un punto di vista strettamente economico non ne avrebbero bisogno.
Tutto questo fa capire come, proprio perché la carriera di uno sportivo ha una durata limitata, privilegiare in certe scelte il lato economico a quello tecnico può diventare quasi indispensabile. Del resto questo è stato uno dei temi cardine dello scorso mercato estivo, in coincidenza con la “fuga” verso l’Arabia Saudita di tanti calciatori di primo livello, “catturati” da ingaggi da capogiro.
Rennes in crisi, rivoluzione in panchina
Giusto o sbagliato? Non esiste una risposta, perché se da una parte, alla fine di una carriera magari lunga e ben “remunerata”, optare per un Eldorado o presunto tale può anche risultare comprensibile, operare la stessa scelta da giovanissimi può causare le perplessità di certi puristi. Come altrettanto certo che prima dell’Arabia Saudita si era assistito a qualcosa di simile meno di dieci anni fa in Cina.
Era il 2017 quando le formazioni del massimo campionato cinese spesero oltre 400 milioni in un solo anno attirando giocatori e allenatori top da ogni parte del mondo. Il “fenomeno” è durato pochissimo e tanti di quei protagonisti sono tornati in patria. Come Bruno Genesio, tecnico francese di lungo corso che ha diretto il Beijing Guoan nel 2019-2020, salvo poi tornare in patria per allenare il Rennes. Avventura che si è però “misteriosamente” già conclusa.
Bruno Genesio lascia la panchina del Rennes: i retroscena
Il tecnico nativo di Lione, classe ’66, si è infatti dimesso dalla panchina dei rossoneri durante la sosta per le nazionali. Nel comunicato diramato dal club si fa riferimento solo a “motivi personali”, ma i dubbi restano. Sotto la guida di Genesio, dal marzo 2021, il Rennes è tornato protagonista in campionato, qualificandosi sempre per le coppe europee. La stagione in corso, tuttavia, non è iniziata nel migliore dei modi.
Vicino alla zona retrocessione in campionato, dove non vince da cinque partite, il Rennes è però a un passo dalla qualificazione diretta agli ottavi di Europa League, dove guida il proprio girone. Alla base della scelta di Genesio potrebbe esserci anche la lontananza da casa, ma si può pensare anche a qualche tensione interna, legate in particolare al rapporto non più idilliaco con il direttore sportivo Florian Maurice, peraltro anch’egli vicino all’addio al Rennes secondo quanto riporta la stampa francese.