Disperazione allo stadio, pubblico sgomento | È morto durante il match
Sport mondiale sotto shock dopo l’ennesima tragedia avvenuta in campo: per l’ex nazionale non c’è stato nulla da fare.
Perdere la vita durante l’esercizio del proprio lavoro è purtroppo un fatto tutt’altro che raro. Le chiamano morti bianche e non solo in Italia si tratta di una delle cause di decesso più frequenti. Anche nel 2023 e nonostante la sicurezza sul lavoro sia uno delle urgenze per i governi di tutto il mondo.
Morti nei cantieri, morti in fabbrica o sulle strade. Tante volte, decisamente troppe, notizie di questo tipo fanno irruzione nella nostra vita quotidiana attraverso i telegiornali o le pagine di cronaca nera dei quotidiani, che riportano le modalità quasi sempre inconcepibili delle tragedie e il dolore inconsolabile delle famiglie.
Le morti sul lavoro non guardano in faccia a nessuno, essendo quasi sempre conseguenza della mancanza delle condizioni di sicurezza necessarie e imposte dalla legge, ma va da sé che quando a vedere tranciate le proprie vite innocenti sono donne o uomini giovani o giovanissimi lo sgomento si fa ancora maggiore al pari dell’incredulità.
Purtroppo, però, nel 2023 capita ancora di morire sul proprio posto di lavoro anche se non si sta svolgendo un’attività appartenente a quelle considerate a rischio. Non, cioè, su un cantiere, con un casco in testa o in condizioni di oggettivo pericolo, ma praticando un’attività all’aria aperta. Anzi, praticando sport e quella che è nata come una passione, divenuta fatale.
Shock in Albania, Raphael Dwamena muore in campo
E se ci sono sport che hanno purtroppo in sé la componente del rischio come una parte integrante, ce ne sono molti altri nei quali perdere la vita può avvenire in modo del tutto imprevedibile. O quasi. Oggi il motorsport ha fatto notevoli passi avanti sul piano della sicurezza, si pensi all’Halo nella Formula 1, che negli ultimi anni ha sventato tante tragedie.
Quanto al calcio, i terribili momenti che hanno strappato alla vita atleti nel pieno della propria gioventù proprio durante lo sforzo fisico sono ancora impressi nelle menti degli appassionati che stavano assistendo alle partite dal vivo o dalla televisione. Da Marc-Vivien Foé a Piermario Morosini, passando per Miklos Fehér, per citare soltanto tre nomi, ai quali purtroppo si deve aggiungere quello di Raphael Dwamena.
Morte Dwamena, quei campanelli d’allarme inascoltati
L’attaccante ghanese classe ’95 è morto sul campo sabato 11 novembre 2023, durante la partita del campionato albanese, quella tra il suo club, l’Egnatia, e il Partizani Tirana. Raphael è stramazzato al suolo al 24’ del primo tempo, vittima di un malore. I soccorsi sono stati immediati, il ragazzo è stato trasportato all’ospedale, dove però non è stato possibile salvargli la vita. Una tragedia assurda anche perché purtroppo annunciata da segnali colpevolmente sottovalutati in passato.
Dwamena, infatti, che tra il 2017 e il 2018 ha indossato per nove volte la maglia della nazionale del Ghana, e che ha militato anche in Svizzera con lo Zurigo e nella Liga spagnola con la Real Sociedad, era infatti affetto da aritmia e già in passato aveva subito avuto malori in campo. Nessuno, tuttavia, gli aveva imposto di interrompere l’attività agonistica, così il ragazzo aveva inspiegabilmente continuato a giocare, andando tra l’altro in gol nell’amichevole giocata la scorsa estate dall’Egnatia contro l’Inter, vinta 4-2 dai nerazzurri. Uno degli ultimi momenti felici per un ragazzo sulla cui salute non c’è stata la giusta attenzione.